Alberto Bragaglia – Donne nude in attesa

Alberto Bragaglia – Donne nude in attesa

Bargaglia Andrea

Da sempre la figura umana è stata al centro della ricerca artistica. Fin dall’età classica la resa naturalistica dell’anatomia umana è stata uno degli obiettivi principali di pittori e scultori di tutti tempi. La rappresentazione del nudo è la massima espressione di questa aspirazione, trasversale a tutte le epoche e a tutte le correnti stilistiche. […]

  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensione: 50x70

  • Codice prodotto: GPAP007

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DESCRIZIONE

Da sempre la figura umana è stata al centro della ricerca artistica. Fin dall’età classica la resa naturalistica dell’anatomia umana è stata uno degli obiettivi principali di pittori e scultori di tutti tempi. La rappresentazione del nudo è la massima espressione di questa aspirazione, trasversale a tutte le epoche e a tutte le correnti stilistiche. Infatti oltre alle interpretazioni naturalistiche, proprie del Rinascimento e dei vari classicismi, che mirano ad una rappresentazione veritiera e dettagliata del corpo umano, il nudo è stato protagonista anche all’interno delle nuove concezioni estetiche portate dalle avanguardie storiche, come nel Cubismo, nell’Espressionismo e nel Surrealismo.

Nella ricerca del pittore Alberto Bragaglia il corpo umano assume un ruolo di primo piano, come possiamo vedere anche in questo “Donne nude in attesa”. Nel presente dipinto, tuttavia, il suo linguaggio assume delle connotazioni un po’ differenti dal solito, cosa che rende questa opera molto interessante. Al posto della consueta astrazione, spiraliforme e cromatica, che investe i soggetti, in questi nudi femminili Bragaglia realizza una notevole esaltazione dei valori plastici. Il corpo viene ridotto all’essenziale, privato dei suoi dati contingenti, e il pittore cerca di distillare il vero significato esistenziale di questi soggetti. Il plasticismo, tuttavia, benché accennato da una sottile linea nera, è presente per lasciare comunque un collegamento, seppur allusivo, con la realtà sensibile. Il resto è tutto una vibrazione pittorica dal notevole valore espressivo. Tutto questo è possibile grazie alla raffinata tecnica di Alberto Bragaglia nella modulazione del colore, nella sua capacita di creare un impasto dinamico, fatto di sfumature mutevoli e cangianti.

Alberto Bragaglia (Frosinone, 26 gennaio 1896 – Anzio, 30 aprile 1985). Frequenta il ginnasio Visconti e, in seguito, lo studio di pittura di Amedeo Bocchi e di Umberto Boccioni. Nel 1920 si laurea in giurisprudenza e nel 1923 in filosofia; nello stesso anno muore sua madre. Inizia la carriera dell’insegnamento nei licei statali, che protrarrà fino al 1966. Nel 1926 si sposa con Ines Desideri, detta Nessy. Nel 1918, in via Condotti 21, fu fondata la Casa d’arte Bragaglia dai fratelli Anton Giulio e Carlo Ludovico, galleria d’arte indipendente. Ivi si esposero le opere di Giacomo Balla; Umberto Boccioni, Francesco Cangiullo, Giorgio De Chirico, Antonio Sant’Elia, Fortunato Depero, Mario Sironi, Lorenzo Viani, Julius Evola, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Filippo De Pisis.


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