Aligi Sassu – Battaglia di tre cavalieri
Sassu Aligi

Il soggetto del monumento equestre, o dell’uomo a cavallo, ha origini molto antiche. Risale al mondo classico il cui più antico esempio è il “Cavaliere di Rampin” e per l’arte romana ebbe una fondamentale importanza politica. Generalmente si tratta di sculture a tutto tondo, ma non mancano i casi in cui questo soggetto compare su […]
- Tecnica: Acquaforte acquatinta
- Dimensione: 65x87
- Anno: 1983
- Certificato: Certificazione dell'editore in allegato
- Stato di conservazione: Ottimo
- Tiratura: 44/120
- Codice prodotto: CCER001
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DESCRIZIONE
Il soggetto del monumento equestre, o dell’uomo a cavallo, ha origini molto antiche. Risale al mondo classico il cui più antico esempio è il “Cavaliere di Rampin” e per l’arte romana ebbe una fondamentale importanza politica. Generalmente si tratta di sculture a tutto tondo, ma non mancano i casi in cui questo soggetto compare su supporti dipinti. Il tema dell’uomo a cavallo ha attraversato tutta la storia dell’arte, non solo occidentale, ed è diventato oggetto di ricerca per artisti contemporanei quali Marino Marini, Arturo Martini o Aligi Sassu.
L’opera è un esempio molto esplicativo della produzione pittorica di Aligi Sassu, che pur rimanendo su una base figurativa adotta delle forme anti-naturalistiche. Anche in questo dipinto possiamo notare come i soggetti sono caratterizzati da deformazioni espressive (sia nei soggetti che nello spazio) che però ne accentuano il dinamismo e lo sforzo fisico. Tutte le linee della composizione sono indirizzate a suggerire allo spettatore un’idea di movimento frenetico e di forza. Partecipe dello stesso scopo è anche la scelta del colore il quale, a sua volta, non rispetta la verità naturale ma è usato in chiave espressiva.
Aligi Sassu, nato a Milano nel 1912, è stato un pittore ed uno scultore. Nel campo della pittura i suoi sforzi furono rivolti soprattutto alla rappresentazione del movimento e della forza fisica, per questo il soggetto dell’uomo a cavallo fu a lui sempre congeniale. Alla fine degli anni ’70 stipulò insieme a Bruno Munari il manifesto pittorico “Dinamismo e riforma muscolare”, nel quale si programmava un ritorno a forme anti-naturalistiche in senso dinamico. Buona parte della sua pittura, inoltre, è ispirata a Delacroix e alle sue battaglie.