Angelo dall’Oca Bianca (attribuzione certificata) – Veduta di Venezia

Angelo dall’Oca Bianca (attribuzione certificata) – Veduta di Venezia

Dall'Oca Bianca Angelo

Il soggetto di questo dipinto fa parte della corrente del Vedutismo. Il Vedutismo è un genere nato nel XVIII secolo e sviluppatosi soprattutto a Venezia. I vedutisti si proponevano di rappresentare un paesaggio in maniera oggettiva e scientifica, ponendolo come protagonista dell’opera. Fondamentalmente esistono due tipi di vedute, quella realistica, ripresa tale e quale dalla […]

  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensione: 27x17 (42x35 con cornice)

  • Certificato: si
  • Codice prodotto: LMAS001

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DESCRIZIONE

Il soggetto di questo dipinto fa parte della corrente del Vedutismo. Il Vedutismo è un genere nato nel XVIII secolo e sviluppatosi soprattutto a Venezia. I vedutisti si proponevano di rappresentare un paesaggio in maniera oggettiva e scientifica, ponendolo come protagonista dell’opera. Fondamentalmente esistono due tipi di vedute, quella realistica, ripresa tale e quale dalla realtà, ed il “capriccio”, una veduta di fantasia inventata dal pittore.

L’opera è stata attribuita ad Angelo dall’Oca Bianca da un expertise della Dott.ssa Francesca Fedeli: “Il soggetto è tipico dell’ambiente dei vedutisti veneti operanti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, e anche lo stile pittorico indirizza l’opera a questa cerchia. Pur non essendoci alcuna firma o data sulla parte anteriore, l’opera è facilmente riconducibile al maestro veronese Angelo dall’Oca Bianca (1858-1942), sia per la presenza sul tergo della firma apocrifa a lapis “Dallocabianca”, sia per le caratteristiche pittoriche che la contraddistinguono. La ricca tavolozza, i colori brillanti e lo stile esecutivo, sono compatibili con quelle del Maestro veronese che privilegiava vedute, paesaggi e scene tratte dal vero. Lo stato conservativo del dipinto e discreto, anche se è evidente l’ossidazione del colore che risulta lievemente ingiallito”.

Il pittore Angelo Carlo Dall’Oca Bianca nasce a Verona il 31 marzo 1858. Dopo un’infanzia tribolata e turbolenta, riprende, da autodidatta, gli studi e, spinto da un talento non comune, inizia a disegnare e a dipingere. Frequenta regolarmente, per alcuni anni, la locale Accademia di Belle Arti Cignaroli diretta allora da N. Nani, ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Attratto poi dagli insegnamenti di G. Favretto si trasferisce all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Inizia la sua partecipazione a varie Esposizioni (Brera 1880, Milano 1881, Torino 1884) dove miete premi e riconoscimenti, con opere come Ave Maria (ora a Milano, Galleria d’Arte moderna). Ma la sua fama è legata soprattutto alle opere in cui esalta le bellezze di Verona, come le diverse versioni di Piazza delle Erbe. Le preziose lastre fotografiche, conservate oggi dal Museo di Castelvecchio di Verona, documentano anche il suo interesse per la fotografia. Raggiunti il successo e l’agiatezza economica, diventa il difensore del patrimonio artistico e delle bellezze naturali veronesi, e lega inoltre il suo nome al “villaggio”, inaugurato il Natale del 1939, destinato a dare una casa ad alcune centinaia di famiglie povere. Per proseguire le attività di beneficenza istituisce erede universale la città di Verona. Muore a Verona il 18 maggio 1942.


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