Antonia Lucchese – TURISTI A VENEZIA

Antonia Lucchese – TURISTI A VENEZIA

Lucchese Antonia

ll dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche […]

 

 

Metà del ricavato dell'opera verrà destinato alla Fondazione Policlinico Sant'Orsola. 

La mission della Fondazione, nata nel 2019 dall'alleanza e dalla generosità di cittadini, è quella di essere al fianco dei pazienti realizzando progetti capaci di migliorare l'accoglienza e l'assistenza, sostenere la ricerca e rinnovare i percorsi di cura.

 

  • Tecnica: Acquerello
  • Dimensione: 24x32

  • Codice prodotto: ALUC010

Visualizzazioni 885

DESCRIZIONE

ll dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. Nella produzione ad acquerello di Antonia Lucchese tra i soggetti più ricorrenti troviamo la veduta urbana suggestiva e le scene di vita quotidiana e popolare.

L’artista Antonia Lucchese, specializzata nella pittura ad acquerello, ha saputo interpretare questa tecnica esaltandone le caratteristiche in una visione dai tratti moderni ed originali. Lo possiamo constatare nelle sue vedute paesaggistiche, negli scorci urbani di Bologna e Venezia o nelle scene di vita quotidiana: la pittrice parte dalla realtà, che può essere quella di una fotografia e la trasfigura nell’intenso espressionismo della sua tecnica ad acquerello. La realtà così diviene una totale vibrazione pittorica dai connotati decisamente esistenziali, frutto di un esercizio di pura percezione da parte dell’artista. Dal punto di vista formale tutto ciò si esplica portando alle massime conseguenze le potenzialità espressive del colore diluito. La raffinata sensibilità di Antonia Lucchese si esplica nel registrare l’azione della luce sulle cose, ma questo esercizio viene svolto con un forte senso poetico che conforma la rappresentazione dei dati sensibili. Così la luce quasi dissolve gli oggetti, trasferendoli nella dimensione senza tempo della memoria. Luce e colore agiscono all’unisono e questo vuol dire esaltare l’arte dell’acquerello in una rappresentazione coerente che mantiene il suo legame con la realtà, ma la trasferisce in una dimensione altamente lirica.

Antonia Lucchese, nata a Padova il 21 Maggio 1946, è vissuta a Venezia per 18 anni, dove ha conseguito la maturità classica. Si è successivamente trasferita a Bologna dove, dopo essersi laureata in Lettere e Filosofia e, successivamente, in Psicologia, ha insegnato Psicologia per oltre trenta anni. La passione per l’arte in genere è sempre stata al centro dei suoi interessi; al termine del suo periodo lavorativo ha potuto dedicarsi maggiormente alla sua innata vena pittorica, frequentando l’accademia d’Arte di Bologna, dove si è specializzata nella tecnica dell’acquarello. La sua numerosa produzione è stata oggetto di diverse mostre accompagnate da valutazioni incoraggianti da parte di diversi autorevoli critici d’arte. Hanno commentato il suo lavoro critici illustri, come Eugenio Riccomini e Antonio Faeti. Tra i suoi estimatori c’è anche il maestro Wolfango, secondo cui l’acquerello è la più difficile delle tecniche. Diceva Wolf: “Lei sa come domare l’acqua, che, di suo, scapperebbe da tutte le parti”. Ricordiamo le illustrazioni realizzate per tre libri: ‘Bologna da scoprire’, (BUP ed.) cui sono seguiti ‘Bologna in piazza’, (Perdisa ed.) assieme a Tiziana Roversi e Matteo Marchesini e ‘Storia di Amalia’, (Pendragon ed.). Antonia Lucchese è scomparsa a Bologna nel 2016.


Metà del ricavato dell'opera verrà destinato alla Fondazione Policlinico Sant'Orsola. 

La mission della Fondazione, nata nel 2019 dall'alleanza e dalla generosità di cittadini, è quella di essere al fianco dei pazienti realizzando progetti capaci di migliorare l'accoglienza e l'assistenza, sostenere la ricerca e rinnovare i percorsi di cura.

 

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