ARLECCHINO – BRUNO DA TODI
BRUNO DA TODI - SPITA BRUNO
Bruno Spita presenta nelle sue opere due temi ricorrenti: i fiori e i panni stesi (e più che di panni si tratta di stracci). E` facile arrivare ad individuare attraverso questi due motivi il fondamentale rapporto con la natura e con la vita degli altri uomini, pur tenendo presente che il pittore giustamente rifiuta le […]
- Tecnica: OLIO SU TAVOLA
- Dimensione: 50X30
- Anno: 1977
- Certificato: NO
- Stato di conservazione: BUONO
- Tiratura: OPERA UNICA
- Codice prodotto: DEWEM005
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DESCRIZIONE
Bruno Spita presenta nelle sue opere due temi ricorrenti: i fiori e i panni stesi (e più
che di panni si tratta di stracci).
E` facile arrivare ad individuare attraverso questi due motivi il fondamentale rapporto
con la natura e con la vita degli altri uomini, pur tenendo presente che il pittore
giustamente rifiuta le etichette di figurativismo e astrattismo; istituito tale globale
rapporto non c’è bisogno di variare i temi, che diventano sempre più approfonditi dal
punto di vista cromatico e compositivo.
Il primo quadro con i panni stesi risale al 1964, si deve però arrivare al 1970 perché
tale tema sia svolto con continuità e sia attuato in modo sempre più complesso,
riprendendo persino, nelle ultime opere, la medioevale struttura a polittico, per
organizzare meglio i tempi dell’esistenza umana secondo il leitmotiv della fatica
quotidiana.
A questo punto si potrebbe chiamare in causa l’origine umbra del pittore per il clima
delle sue opere, che ci riporta alle fonti di una certa violenza lirica, letteraria e
pittorica del Medioevo umbro e soprattutto viene spontaneo associare a tali
componenti storico-geografiche il nome di Burri, non solo per il motivo tecnico delle
bruciature e delle composizioni materiche, stracci, sabbie, plastiche, ma soprattutto
per la carica emozionale, che ci viene incontro da queste opere, che il pittore chiama
conversazioni, probabilmente perché vuole coinvolgere nel modo più diretto lo
spattatore, ma che in realtà sono dimostrazioni lucide a appassionate sul nostro
modo di essere nel mondo. E tale modo di essere, per la forza interiore di cui
dispone il pittore, non trascura il motivo della speranza.
Se infatti osserviamo un suo quadro vediamo una tuta appesa: il fluire del tempo,
passato-presente, ci è dato dalla vista di questi panni consunti e logori, di cui è stato
vestito l’uomo, però c’è in alto un sole giallo, il futuro, un atto di fiducia verso la vita.
Si sorpassa cioè il limite dell’hic et nunc esistenziale e si evita il tono decadente fino
al compiacimento che insidia buona parte degli sperimentalismi a senso unico.
Nei fiori le tinte cromatiche sono emozionanti e si può ripercorrere nelle loro
accensioni liriche un lungo cammino della pittura moderna, che parte ovviamente
dall’impressionismo e passa per quella corrente che si potè definire realismo
naturalistico, e si dice questo sempre senza sottolineare i termini di realismo e
astrattismo, ma per insistere ancora attaverso questo secondo motivo ricorrente sulla
passionalità lucida, che sustanzia l’esperienza pittorica di Bruno Spita e la rende
testimonianza di grande respiro umano.