Artista sconosciuto – Sant’Agnese

Artista sconosciuto – Sant’Agnese

  • Tecnica: Olio
  • Dimensione: 57 x 72
  • Anno: XVI-XVII secolo

  • Certificato: L'opera è priva di certificato
  • Stato di conservazione: Ottimo
  • Codice prodotto: FVER001

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DESCRIZIONE

L’immagine ha gli attributi iconografici tipici di Sant’Agnese, ovvero la palma del martirio e, soprattutto, la presenza dell’agnello. Infatti, secondo l’agiografia, la santa subì il martirio venendo trafitta alla gola proprio come un agnello sacrificale. Inoltre l’animale è ovviamente anche simbolo della sua purezza e del voto di castità fatto a Gesù.

In questa opera, effettuando un’analisi stilistica e formale possiamo notare come prevalga uno spirito classicista. E’ un’opera senza dubbio figlia del naturalismo di fine Cinquecento che, con l’intenzione di riparare ai presunti errori compiuti dal Manierismo, si ricollegava direttamente ai grandi maestri del Rinascimento maturo. Tuttavia possiamo notare ancora dei residui estetici dell’epoca manierista che rendono la rappresentazione ancora più affascinante, ovvero una certa artificiosità nella fisionomia del volto e una generale predilezione per le proporzioni allungate (da notare soprattutto le mani, così affusolate). Tuttavia nella monumentalità del panneggio e nella naturalezza con la quale viene realizzata la figura dell’agnello notiamo la volontà di inserirsi in quell’estetica religiosa classica, ma più intima e dimessa, tipica della fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. A livello formale la fattura pittorica è ottima, con un tocco morbido e sfumato, tramite il quale il soggetto si fonde perfettamente con lo spazio, emergendo scenograficamente dallo sfondo tenebroso.

Come si è già accennato l’opera è figlia di un clima religioso intimo e domestico che può essere identificato con l’ambiente culturale tipico dell’epoca della controriforma (tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo). L’opera, da un punto di vista formale, ha un carattere prevalentemente seicentesco, con il suo fondo tenebroso (che ci riporta alla cultura caravaggesca) e le tonalità scure predominanti. Il gusto è un po’ arcaizzante, con qualche fascinoso residuo manierista, anche se complessivamente, come possiamo intuire dalla monumentalità della figura e dalla sua naturalezza, l’autore è un artista che si inserisce in un clima classicheggiante.


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