Attribuita Ludovico Carracci – Fuga dall’Egitto di Santa Caterina

Attribuita Ludovico Carracci – Fuga dall’Egitto di Santa Caterina

L’episodio della “Fuga in Egitto” è riportato nel Vangelo di San Matteo. Giuseppe e Maria fuggono in Egitto per salvare Gesù Bambino dalla strage degli innocenti ordinata da Erode. Il tema del “riposo dalla fuga in Egitto” è molto diffuso nell’arte occidentale, soprattutto nei secolo XVI e XVII. Spesso la scena viene arricchita dalla presenza […]

  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensione: 110 x 95

  • Codice prodotto: UBUS001

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DESCRIZIONE

L’episodio della “Fuga in Egitto” è riportato nel Vangelo di San Matteo. Giuseppe e Maria fuggono in Egitto per salvare Gesù Bambino dalla strage degli innocenti ordinata da Erode. Il tema del “riposo dalla fuga in Egitto” è molto diffuso nell’arte occidentale, soprattutto nei secolo XVI e XVII. Spesso la scena viene arricchita dalla presenza di figure di santi. In questo caso troviamo, in basso a sinistra, un San Giovannino, riconoscibile dalla veste di pelliccia, il bastone con la croce e l’agnello, che sono attributi iconografici tipici del battista. Egli indica Gesù preannunciandone il sacrificio. In alto a destra si trova Santa Caterina d’Alessandria, riconoscibile per la presenza del suo strumento di martirio, la ruota dentata. In alto dei putti volano tra le foglie di una palma, altro riferimento iconografico al martirio.

L’opera in oggetto presenta una squisita fattura pittorica in cui prevale uno spirito classicista di tipo seicentesco. La composizione è molto equilibrata con i personaggi principali posti esattamente al centro dell’opera con una accentuata simmetria. Le figure sono caratterizzate da masse monumentali evidenziate dall’ampio panneggio che copre i loro corpi. L’artista riesce a raggiungere un totale naturalismo nella delicatezza dei gesti e nell’intimità degli sguardi e dei sentimenti. Tutte le figure sono unite da un equilibrio di movimenti che si richiamano l’un l’altro creando un ritmo armonico nell’economia dell’opera. L’ambientazione paesaggistica segue ancora la scia della tradizione rinascimentale e l’artista mostra di avere una eccellente tecnica nell’uso dello sfumato. Gli elementi, infatti, degradano dolcemente tramite l’uso delle qualità tonali del colore. A livello cromatico prevale una tavolozza dai toni scuri, già seicenteschi, ma non mancano guizzi di brillantezza nelle vesti dei personaggi. La luce si spande con naturalezza provenendo da sinistra e formando profonde ombre nel panneggio delle vesti.

L’opera è stata attribuita a Ludovico Carracci. L’analisi del dipinto mostra sicuramente delle affinità con il classicismo seicentesco di cui la bolognese Accademia carraccesca costituiva uno dei più importanti centri di diffusione. Lo possiamo constatare nell’equilibrio formale dell’opera, ravvisabile sia nella composizione che nella stesura pittorica, che mantiene un’armonia ed un rigore ancora vicini al naturalismo rinascimentale. Così come la pacatezza di sentimenti espressi nel clima generale dell’opera, che si rifà ad una concezione religioso intima e domestica, è tipica della corrente classicista in totale contrapposizione con gli eccessi del Barocco.


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