Attribuito Gianbattista Langetti – Ecce homo
Il soggetto dell’Ecce Homo è molto diffuso nell’arte religiosa occidentale a partire dal XV secolo, sviluppandosi per tutta l’Età Moderna. L’iconografia fa riferimento ad un episodio della passione di Cristo, nello specifico al momento, riportato dai vangeli, in cui Pilato presenta Gesù alla folla. La denominazione deriva proprio dalle parole riportate dal proconsole al momento […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 115 x 97
- Codice prodotto: UBUS002
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DESCRIZIONE
Il soggetto dell’Ecce Homo è molto diffuso nell’arte religiosa occidentale a partire dal XV secolo, sviluppandosi per tutta l’Età Moderna. L’iconografia fa riferimento ad un episodio della passione di Cristo, nello specifico al momento, riportato dai vangeli, in cui Pilato presenta Gesù alla folla. La denominazione deriva proprio dalle parole riportate dal proconsole al momento della presentazione (“Ecco l’Uomo!”), come ci riferisce il Vangelo di Giovanni (19, 5). Nell’effigie dell’Ecce Homo Cristo ha degli attributi iconografici specifici: in testa la corona di spine, un bastone in mano ed è coperto da un mantello rosso. La scena, nell’interpretazione degli artisti, ha avuto diverse articolazioni. Molto diffusa è la versione con il solo Cristo, anche in uno spazio non contestualizzato. Vi sono poi versioni in cui compaiono lo stesso Pilato, o uno o più soldati che sorreggono Cristo, fino alle scene corali in cui viene rappresentata la folla degli astanti.
Nonostante la complessiva staticità della scena, l’opera presenta tuttavia una drammatizzazione e una volontà di creare un racconto coinvolgente tipicamente barocche. L’idea compositiva è tutta giocata sull’accentuato contrasto tra la figura del Cristo e quella del centurione al centro del dipinto. Essi, isolati dal resto della scena grazie alla luce che illumina i loro corpi e fa risaltare il loro biancore, si pongono in un confronto perfettamente simmetrico. Da una parte la bestialità del centurione, dall’altra la remissività e la dolcezza del Cristo. La scena è tutta compressa in primo piano in una disposizione circolare delle masse corporee monumentali, quasi gonfie come quella del centurione. Tipico dell’estetica barocca è anche un certo realismo greve che ritroviamo nell’accurata descrizione dei ceffi che circondano il Cristo (motivo tipico dell’arte fiamminga). A livello pittorico l’esecuzione è notevole caratterizzata da un tocco veloce e corsivo che non trascura, come è stato già detto, di dare un’attenta descrizione della scena. Lo spazio è decontestualizzato e le figure emergono dallo sfondo tenebroso con naturalezza.
L’opera è stata attribuita a Giovan battista Langetti, uno dei più importanti esponenti del barocco genovese. Dall’analisi dell’opera abbiamo visto come possono essere messe in risalto diverse caratteristiche che legano l’opera ad una concezione estetica barocca. Soprattutto nella drammaticità della scena e nello spiccato realismo che mirano ad un coinvolgimento più intenso dello spettatore. Anche la prevalenza dei toni tenebrosi e l’accentuato pittoricismo, basato su un tocco molto corsivo, ci riportano ad un fare artistico tipicamente seicentesco e barocco.