Angelo Biancini – Senza titolo
Biancini
- Tecnica: Bassorilievo in ceramica
- Dimensione: 50x20
- Anno: 1960
- Certificato: Richiesto parere autenticità all'Archivio Biancini
- Codice prodotto: NRIC006
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DESCRIZIONE
Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono correnti stilistiche emblematiche nell’aver interpretato la realtà in senso concettuale con una resa iconica delle immagini e un’interpretazione simbolica nell’uso del colore. Il lavoro di Angelo Biancini è importante proprio per questa chiave di lettura. Egli, infatti, seppe rinnovare il genere della scultura in ceramica con un linguaggio del tutto originale, che affonda le sue radici nella tradizione ma si nutre di una tensione espressiva del tutto contemporanea.
L’opera fa parte di una serie di bassorilievi in cui Angelo Biancini parte dalla tradizione della formella istoriata ricontestualizzandola con un linguaggio espressivo contemporaneo. Le sue opere presentano scene narrative in cui il dinamismo del racconto viene esaltato da un procedimento di sintesi e di astrazione. Le figure vengono rese con forme taglienti e geometriche, inserite in uno spazio complesso che si costruisce su una molteplicità di punti di vista. In alcuni casi Biancini opta anche per una tipologia di rappresentazione di tipo più simbolista con un sistema di figure che si rifà palesemente ad un immaginario medievale, ma con un’estetica ermetica del tutto contemporanea.
Angelo Biancini è stato un artista nato a Castel Bolognese nel 1911 e scomparso nel 1988. E’ stato un importante scultore ceramista, il suo nome rimane legato a Faenza, città dove ha lavorato fino alla morte e dove entra, nel 1942, all’Istituto d’Arte per la Ceramica assumendo successivamente la cattedra di Plastica che era stata di Domenico Rambelli. Manterrà questo incarico fino al 1981, contribuendo a formare, nel suo studio all’interno della scuola, varie generazioni di artisti e di ceramisti. Biancini raggiunge vertici espressivi e tensioni formali che lo avvicinano alle esperienze più propositive del periodo ed individua quel patrimonio linguistico che, nel secondo dopoguerra, caratterizzerà le opere del successo e dei riconoscimenti ufficiali. Sono di questi anni la partecipazione alla prima grande mostra della scultura italiana alla Galleria della Spiga di Milano e due mostre personali di Milano, alla Galleria dell’Illustrazione Italiana nel 1948 e alla Galleria San Fedele nel 1956 che lo imporranno ulteriormente all’attenzione della critica nazionale.