Carlo Dell’Acqua – Anatomica

Carlo Dell’Acqua – Anatomica

Dell'Acqua Carlo

  • Tecnica: Tecnica mista (legno, plastica, ferro, bulloni)
  • Dimensione: 105x55
  • Anno: 1994

  • Certificato: si
  • Codice prodotto: ILAZ001

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DESCRIZIONE

Durante gli anni ’50 e ’60 del XX secolo si cominciarono a diffondere, nell’arte europea ed americana, le cosiddette poetiche dell’oggetto. Ricollegandosi al ready-made di dadaista memoria ci fu una nuova ondata di gruppi o movimenti che riproposero oggetti di uso quotidiano come opere d’arte. La distanza dal Dada tradizionale consistette nella grande influenza esercitata dall’Espressionismo Astratto che portò a riconfigurare gli oggetti con nuovi linguaggi e nuovi stimoli

Molte opere di Carlo Dell’Acqua sono il risultato delle riflessioni dell’artista su un nuovo linguaggio basato sull’interpolazione di oggetti e fare artistico. L’oggetto, prodotto compiuto, appartenente alla realtà tangibile, entra nell’opera d’arte, mentre reciprocamente l’opera, tramite l’oggetto, invade lo spazio reale dell’osservatore. Oltre a recuperare il concetto di ready-made in questo caso, c’è anche una connessione con i collage della fase sintetica del Cubismo, nel momento in cui l’oggetto si apre, perde la sua compiutezza squadernandosi su una struttura in legno. L’oggetto in plastica, scarto della società dei consumi, come suggerisce il titolo dell’opera, viene aperto come in un’operazione di autopsia. Egli dunque, compie definitivamente il suo ciclo vitale, acquisendo, allo stesso tempo, una nuova identità artistica.

Carlo Dell’Acqua nasce a Bormio e cresce artisticamente a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera. La sua esplorazione coinvolge tecniche di vario genere, dalla pittura, alla fotografia e al video, alla manipolazione e rielaborazione di oggetti e materiali quotidiani – molto spesso strumenti di lavoro – fino alle installazioni e alle performance. Le questioni emerse, fin dalle prime mostre, riguardano la continua interazione di consapevolezza e riconoscimento tra oggetti e soggetti. Le sue tecniche poliedriche esplorano le varie modalità di stress, disarticolazione e frammentazione a cui sono sottoposte le identità delle cose e di chi le guarda o le usa. La sua attività artistica si concentra spesso sull’azione fisica – a volte violenta e distruttiva – seguita da una sorta di seconda creazione. L’oggetto, tra gli altri, è talvolta l’artista stesso, esibito più come una strana macchina o un semplice contenitore da cui spremere fuori significato.


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