Carmelo Cappello – Forme libere nello spazio

Carmelo Cappello – Forme libere nello spazio

Cappello Carmelo

  • Tecnica: Incisione su plexiglass
  • Dimensione: 90x90

  • Certificato: si
  • Tiratura: Esemplare 45/75
  • Codice prodotto: LCAS001

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DESCRIZIONE

La ricerca artistica di Carmelo Cappello rientra nell’ambito dell’estetica spazialista. Nato nel 1946 con il Manifesto Blanco di Lucio Fontana, lo Spazialismo si pone innanzitutto come una problematica relativa alla percezione dell’opera d’arte. Lo scopo del movimento è quello di superare definitivamente la superficie della tela per un’esperienza percettiva che coinvolga definitivamente lo Spazio. Da qui, dunque, il coinvolgimento di mezzi tecnici elettronici usati per la loro capacità di irradiare energia o l’uso di tecniche gestuali, come i buchi o i tagli, allo scopo sfondare la superficie dell’opera e invaderla con l’accidentalità del reale. Nel caso di Cappello l’irradiazione dell’opera nello spazio avviene per mezzo dei movimenti circolari delle sue figure meccaniche.

L’opera è una bellissima incisione su plexiglass dello scultore Carmelo Cappello, molto esemplificativa della sua ricerca. La realtà viene completamente rielaborata dall’artista tramite un procedimento di ricostruzione meccanomorfa. L’estetica di Carmelo Cappello è basata sulla presenza di ingranaggi perfetti di cui intuiamo i movimenti circolari. Le forme hanno una razionalità iperreale, che trova nella purezza del disegno la sua espressione più personale. Anche in questa opera grafica Carmelo Cappello tende a superare la bidimensionalità con una composizione capace di irradiare energie nello spazio stesso del fruitore. Il dinamismo del soggetto, già sviluppato di per sé dalla stessa figura, viene sottolineato anche da un’esecuzione oggettiva.

Lo scultore Carmelo Cappelo nasce a Ragusa nel 1912. Frequenta la Scuola d’Arte di Comiso nel 1928, poi dall’anno seguente è a Roma presso l’atelier di Ettore Colla. Si stabilisce a Milano nel 1930 e segue i corsi serali al Castello Sforzesco. Grazie ad una borsa di studio, segue poi l’insegnamento di Marino Marini a Monza. Debutta veramente con la sua scultura nel 1937 e fa la sua prima Personale a Roma l’anno seguente. Carmelo Cappello parteciperà a numerose edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma e della Triennale di Milano ; nel 1959, verrà invitato alla Documenta 2 di Kassel. Carmelo Cappello sarà il più grande interprete dello «spazialismo» nel campo della scultura. Nel 1977, l’artista partecipa all’avventura della Coopertarte, una cooperativa di artisti che hanno cercato di esplorare nuove forme di relazione e di dialogo con il pubblico (Alviani, Nangeroni, Nigro, Perilli, Rotella, Turcato, etc.). Dopo un primo periodo figurativo, Carmelo Cappelo verrà attirato dall’opera di Henry Moore, poi dal costruttivismo russo di Tatline; finisce per concentrare la sua attenzione sullo spazio come gli suggeriscono i lavori di Brancusi, Pevsner o Gabo. L’opera di Cappello è presente in luoghi (piazze o musei) di prestigio mondiale. L’artista muore a Milano nel 1996.


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