Cesare Dies – Le gioie di famiglia
Dies Cesare
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 50x70
- Anno: 1888
- Codice prodotto: GBIA001
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DESCRIZIONE
Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. Cesare Dies è uno dei massimi esponenti italiani della pittura accademica ottocentesca, specializzato proprio nella rappresentazione di scene di tipo storico-letterario. Nell’opera in oggetto, invece, l’artista si ispira alla scena di genere ambientata in un interno. Soggetto molto diffuso a partire dal Settecento, esso unisce il gusto narrativo alla descrizione accurata dell’ambiente, trasformando quasi il dipinto in una testimonianza preziosa.
L’opera è attribuita a Cesare Dies, il quale risulta davvero un perfetto interprete della scena di genere in tutte le sue regole codificate. L’opera, infatti, illustra meravigliosamente la sua epoca con una straordinaria forza di rappresentazione. La volontà di Dies è quella di fermare sulla tela l’immagine simbolica di un’epoca, che si esprime già a partire dall’idea della
composizione in cui il soggetto viene unito coerentemente all’ambiente di riferimento. L’unione tra soggetto e ambiente è inscindibile e rafforzata anche dalla struttura dell’opera, costruita secondo una prospettiva rigorosa. Va da sé che, in una pittura di tale ambito, la chiarezza descrittiva deve essere una caratteristica essenziale del fare pittorico. Infatti le opere di Dies sono improntate ad una perfetta resa naturalistica, impeccabile nella descrizione di ogni singolo dato oggettivo. Uno stile che può essere definito accademico, illustre testimonianza di quella pittura pompier che, alla fine dell’Ottocento si opponeva, fiera della propria tradizione, alle innovazioni impressioniste. Sono, tutte queste, caratteristiche che ritroviamo espresse nel dipinto in oggetto. Il quale risulta caratterizzato anche da una grande morbidezza di tocco, attraverso la quale l’artista riesce ad ottenere una totale fusione degli oggetti nello spazio atmosferico, coerente e luminoso, dell’opera.
Cesare Diesa, Roma 1830 – dopo il 1889. Dal padre Luigi, incisore di gemme, e dal fratello Giuseppe, mosaicista, ricevette i primi insegnamenti. Frequentò a Roma i corsi dell’Accademia di San Luca e lo studio di T. Minardi, con Il quale strinse un lungo sodalizio che lo vide realizzare tele disegnate dal maestro. La formazione accademico-purista è evidente in S. Paolo in casa di San Giacomo in Gerusalemme per la basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Partecipò alle esposizioni con soggetti di diversa ispirazione, come un episodio del secondo canto dell’Inferno dantesco presentato a Firenze nel 1861 o il Disinganno e i due acquerelli con Costumi inviati nel 1871 alla romana Società degli Amatori e Cultori. Ancora con opere ad acquerello, tecnica alla quale si era dedicato dal 1863, prese parte nel 1869 alla mostra della Royal Academy di Londra. Il S. Gregorio Magno che invia apostoli a convertire l’Inghilterra, per la chiesa romana di San Giorgio Maggiore (1889), è l’ultima opera nota.