Chicco Ferrari – Senza titolo
Ferrari Chicco

- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 70x50
- Codice prodotto: scon002
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. Nella produzione artistica dell’artista Chicco Ferrari il paesaggio è spesso protagonista, come spunto e soggetto di ricerca per sviluppare un linguaggio fortemente espressionista.
L’opera è un chiaro esempio di paesaggio espressionista. La realtà viene interpretata in modo estremamente sintetico, con un esercizio di riduzione quasi brutale. La superficie è completamente bidimensionale, senza concedere nulla alla profondità spaziale. Le pennellate delineano le forme in maniera molto tormentata e nervosa. Il colore è usato secondo un’interpretazione emotiva e spirituale, quasi senza connessione con la realtà. Entrando ancora di più nello specifico possiamo constatare come Chicco Ferrari descriva la vegetazione con una serie di segni pittorici quasi gestuali: la stesura del colore è densa e materica, in un impasto corposo e dinamico di tonalità calde.
Nato nel 1933 alle Moline di Bedonia, Giovanni Ferrari, a causa del suo aspetto mingherlino, verrà presto comunemente chiamato “Chicco”. Trasferitosi a Milano, frequenta l’ambiente artistico di Brera come agente di vendita di quadri, ma presto inizia a riprodurne alcuni. Inizia il periodo delle tante mostre, allestite in Italia, Francia, Svizzera e Germania. Anche da noi è subito apprezzato, ed il promotore turistico Camillo Delmaestro lo qualifica come “Pittore del Taro”.