Daniele Alaimo – Opera 22
Alaimo Daniele

Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono […]
- Tecnica: scultura in marmo nero di Colonnata
- Dimensione: 25x25x55
- Anno: 1994
- Certificato: si - fornito dal cliente
- Codice prodotto: PPIE001
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DESCRIZIONE
Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono correnti stilistiche emblematiche nell’aver interpretato la realtà in senso concettuale con una resa iconica delle immagini e un’interpretazione simbolica nell’uso del colore. Tutta la produzione scultorea di Daniele Alaimo si fonda su un linguaggio sostanzialmente figurativo. Tuttavia i dati sensibili vengono rielaborati dalla sensibilità dell’artista, il quale ha trovato una chiave espressiva davvero suggestiva, ispirata ad un’estetica dal sapore arcaico.
Come possiamo vedere in questa opera la scultura di Daniele Alaimo si rifà di certo ad un espressionismo di tipo primitivo, tribale. La sintesi esercitata dall’artista riduce la figura ad una sorta di feticcio proveniente da qualche civiltà precolombiana o africana. Alaimo, però introduce alcuni elementi tipici di una sensibilità contemporanea. Scompone la figura secondo molteplici direttive seguendo le istanze cubiste. La figura, benché carica di una forza espressiva potentemente arcaica ha, così, l’eleganza di opera compitamente contemporanea, nelle sue linee nette e squadrate. Molto raffinata è la qualità del materiale usato, che produce una bellissima bicromia che rende quest’opera ancora più suggestiva già da un primo impatto visivo.
Daniele Alaimo, nato a Pontedera il 27 marzo 1960, inizia il proprio percorso artistico con pittura e grafica, mantenendo fede al figurativo con spunti di astratto informale. Ma la ricerca della tridimensionalità, con il passare degli anni, prende forza sul colore, diventa materia. Le sue prime sculture si rifanno all’arte povera, in particolare un connubio di pietra e ferro e successivamente pietra e marmi con una ricerca minuziosa sui colori.
Le sculture di pietra grezza e levigata si armonizzano tra loro con equilibrio e sensibilità, là dove la magia avvolge l’opera in maniera profonda e sentita. Le opere sono caratterizzate dalla ricerca di sintesi estetica e dal sentire la primordialità sul volto e sulla figura. La scelta impegnativa trascende l’ambito strettamente figurativo, l’indagine collega con il ritrarre le fattezze umane all’idealizzazione di tali fattezze, alla ricerca culturale della figura. Daniele interpreta e trasforma il volto della “maschera”, antico simbolo del rito, impronta dell’uomo e della sua cultura. L’umana maschera in cui ogni giorno ci identifichiamo. Il suo fare arte è denso di connessioni e richiami espliciti alla grande tradizione culturale americana pre-colombiana e africana.