Attribuito a Filippo De Pisis – Senza titolo
De Pisis Filippo
I fiori come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori vengono rappresentati non […]
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensione: 40X50
- Certificato: No
- Codice prodotto: ADEM002
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DESCRIZIONE
I fiori come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori vengono rappresentati non solo nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori diventa anche un modo di interpretare la realtà.
Il fare pittorico di Filippo De Pisis è caratterizzato da un linguaggio artistico che porta alle estreme conseguenze l’impressionismo e che cerca di evocare le immagini tramite un lirismo della memoria. Filippo De Pisis è un vero e proprio maestro del colore capace, con la pennellata, di infondere la vita nei soggetti. Il suo tocco è sì corsivo, ma allo stesso tempo ricco di vibrazioni e di fremiti esistenziali. In questo senso, come poesia della vita, va interpretata l’evoluzione della tecnica impressionista da parte di Filippo De Pisis. Ogni pennellata registra vibrazioni cromatiche e luminose, infondendo, al contempo, un’inarrestabile energia vitale.
Filippo De Pisis è stato un pittore di origine ferrarese nato nel 1896 e scomparso a Brugherio nel 1956. Inizia a studiare nella sua città natale, ma in seguito si forma a Roma, Venezia, Milano, Parigi e Londra. Conosce Carrà e De Chirico e si avvicina alla Metafisica. Poi a Parigi si aprono nuovi orizzonti stilistici ed elabora il suo linguaggio personale, sincopato e spezzato.