Dina Bellotti – Senza titolo
Bellotti Dina
- Tecnica: Tempera
- Dimensione: 47x32
- Codice prodotto: GFAL001
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DESCRIZIONE
Il genere della “Natura Morta” vede la luce agli inizi del XVII secolo. Consiste nella rappresentazione di composizioni di soggetti inanimati, nella maggior parte dei casi fiori o frutta. Se all’inizio della sua storia era un’occasione per i pittori per cimentarsi in una riproduzione naturalistica o fotografica della realtà, con l’arte contemporanea la “Natura Morta” diventa anche un modo di interpretare la realtà. Infatti, come accadrà per esempio nell’avanguardia cubista o in Giorgio Morandi, la ricerca profonda sugli oggetti verrà finalizzata ad una rappresentazione concettuale, portata oltre il semplice dato sensibile.
In questa natura morta lo stile di Dina Bellotti si caratterizza per l’elaborazione di un linguaggio fortemente espressionista. L’artista vuole andare oltre ciò che viene percepito dai sensi per estrapolare la vera essenza della realtà e comunicarla sulla tela in modo concitato e drammatico. Per questo, tramite la stesura del colore, ella sviluppa un elevato processo di sintesi che riduce i soggetti a strati pittorici, densi e materici, nei quali protagonista è anche l’emotività della stessa pittrice, trasmessa attraverso la sua gestualità concitata. Tutti questi elementi insieme costituiscono la potenza espressionistica del fare pittorico di Dina Bellotti.
Bernardina Bianca Bellotti nota come Dina Bellotti (Alessandria, 1912 – Roma, 2003). Trascorse l’infanzia nella sua città natale dove frequentò le scuole di primo e di secondo grado. Dimostrò presto la sua attitudine per il disegno e nel 1929 si iscrisse all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Esordì nel 1935 in mostre collettive e nazionali e, nello stesso anno, nel Premio della Regina conseguì il premio per lavori in acquaforte ottenendo la medaglia d’oro. Nel 1938 espose per la prima volta i suoi lavori alla Biennale di Venezia mostra che frequenterà altre due volte nel 1940 e nel 1942. Dina Bellotti si fece conoscere come “la pittrice dei papi”. A partire della prima metà degli anni settanta, realizzò infatti alcuni ritratti di Paolo VI e, più tardi, di Giovanni Paolo II, conservati in Vaticano e utilizzati come immagini ufficiali dei pontefici. Alcune sue opere sono esposte nella Collezione d’Arte Religiosa Moderna inaugurata nel 1973 da Paolo VI.