Dino Buzzati – Senza titolo
Buzzati Dino
Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica […]
- Tecnica: Tecnica mista su carta
- Dimensione: Solo Tela base 48 altezza 36 con cornice base 65 altezza 53
- Anno: 1971
- Codice prodotto: PMEZ001
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DESCRIZIONE
Il ritratto è una delle più diffuse espressioni artistiche nell’ambito soprattutto della pittura, ma anche della scultura, in tutte le epoche. Il ritratto è, in primo luogo, una descrizione del soggetto rappresentato, un tentativo di riportare in modo veritiero e naturale la sua fisionomia e le sue caratteristiche individuali. Con l’evolversi progressivo della ricerca artistica alla descrizione fisionomica del soggetto si è affiancata anche quella psicologica. Pertanto il ritratto, nei secoli, è diventato anche un mezzo d’indagine introspettiva sul soggetto, sul suo carattere e il suo stato d’animo. Sono intervenuti, a favore di questo tipo d’indagine, i processi di astrazione portati dall’arte contemporanea.
L’opera di Dino Buzzati, oltre che nell’ambito della letteratura, si è distinta anche per un’interessantissima produzione di dipinti e disegni. L’arte pittorica di Dino Buzzati è direttamente ispirata al clima tendenzialmente surreale dei suoi romanzi e delle sue novelle. Per questo anche le opere pittoriche si collocano nell’ambito di un realismo magico e fantastico in cui la plausibilità di situazioni quotidiane viene trasfigurata in una dimensione surreale tramite un’elaborata veste formale. E così anche un soggetto concreto come il ritratto di una donna assume delle sfumature fantastiche tramite il linguaggio pittorico di Buzzati che si ispira all’essenzialità dell’illustrazione. In questa opera l’artista realizza la figura femminile mediante una linea grafica netta che delinea il volto della ragazza in maniera iconica. I valori plastici sono esaltati anche grazie a delle lievi ombreggiature. Ma è soprattutto nell’elaborazione della composizione che Buzzati sposta la rappresentazione nella dimensione del fantastico: l’inquadratura è macroscopica e focalizza l’attenzione sui grandi occhi della ragazza. Inoltre la magia della rappresentazione si nutre della scelta di impostare l’opera su un monocromo violaceo dai palesi valori simbolici.
Dino Buzzati Traverso nacque nel 1906 a San Pellegrino, presso Belluno. A Milano frequentò il liceo; poi, pur essendo attratto dalla letteratura, si laureò in giurisprudenza. Venne quindi assunto (1928) nella sede milanese del Corriere della Sera, presso cui lavorerà per tutta la vita. Buzzati scrisse il primo romanzo, Barnabò delle montagne nel 1933, dalla tipica vena fantastica. Essa si conferma nel nuovo libro del 1935, Il segreto del Bosco Vecchio, anch’esso ambientato tra le amate montagne. Nella primavera del 1939 si recò in Etiopia come inviato speciale: scoprì così il deserto e i paesaggi africani, altri ambienti tipici del suo immaginario. Ammalatosi di tifo, fu costretto a tornare in Italia. Raggiunse la notorietà nel 1940 con il romanzo Il deserto dei Tartari. Cominciò per lui una più intensa produzione: nel 1942 uscì la prima raccolta di racconti, I sette messaggeri, e tre anni dopo, pubblicò una fiaba per bambini, illustrata con i suoi disegni, La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945). Si dedicò intensamente anche all’attività di pittore: la sua prima esposizione personale si tenne nel 1958, lo stesso anno in cui vinse il premio Strega con l’antologia dei Sessanta racconti. Scrisse anche libretti per opere musicali e realizzò scenografie di spettacoli teatrali. Nel 1963 pubblicò il romanzo Un amore e nel 1966 si sposò, ormai sessantenne. Morì a Milano nel 1972.