Documento Antico – Proclamazione di Orsini Felice

Il Documento di Affiliazione della Vendita Felice Orsini, storia e simbologia. Il documento in oggetto costituisce una preziosa ed inestimabile testimonianza delle società segrete in Italia e getta una luce sui rituali e le simbologie dei carbonari nello specifico. Quello che abbiamo di fronte è, infatti, un documento di riconoscimento di un affiliato ad […]
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DESCRIZIONE
04Il Documento di Affiliazione della Vendita Felice Orsini, storia e simbologia.
Il documento in oggetto costituisce una preziosa ed inestimabile testimonianza delle società segrete in Italia e getta una luce sui rituali e le simbologie dei carbonari nello specifico. Quello che abbiamo di fronte è, infatti, un documento di riconoscimento di un affiliato ad una società carbonara, per la precisione alla “Vendita Felice Orsini”. Come molti sanno la Carboneria nacque durante i primi moti risorgimentali nel Regno di Napoli nella prima metà del XIX secolo. Fondata come un movimento rivoluzionario inizialmente la Carboneria si schierava contro gli assolutismi monarchici in nome delle libertà politiche e delle costituzioni democratiche. Nell’Italia risorgimentale, soprattutto dopo il Congresso di Vienna del 1815, tutti i movimenti a carattere rivoluzionario, compresa la Carboneria, ebbero una connotazione spiccatamente patriottica in nome della cacciata degli invasori stranieri (borbonici e austriaci) e della riunificazione della penisola in un’unica entità statale. Per tale motivo spesso le associazioni carbonare erano legate a patrioti, eroi che avevano dato la vita in nome dell’Unità d’Italia.
Tra le figure ispiratrici non poteva mancare Felice Orsini, personaggio già noto per i molti tentativi insurrezionali e che venne alla ribalta, nel 1858, per il suo tentativo di omicidio nei confronti dell’Imperatore Napoleone III. Il monarca francese veniva considerato come un ostacolo alla creazione di uno stato italiano, infatti, in quanto protettore dello Stato Pontificio, aveva abbattuto la Repubblica Romana e restaurato il potere dei papi. Inoltre proprio la sua alleanza con la chiesa non permetteva alle truppe dei piemontesi di conquistare Roma, obiettivo imprescindibile per la formazione di uno stato italiano. L’Orsini sperava, con la morte di Napoleone III, di sbloccare la Questione Romana (che di fatto si risolverà con la disfatta francese di Sedan nella guerra franco-prussiana e la conseguente entrata delle truppe piemontesi a Roma) e di fomentare una rivoluzione antimonarchica che dalla Francia si sarebbe propagata in tutta Europa. L’attentato fallì ma la figura di Felice Orsini rimase un simbolo dei moti rivoluzionari grazie anche alla lettera che, dal carcere, scrisse a Napoleone III e che l’imperatore fece pubblicare. Lo stesso Felice Orsini, poi, fu promotore di un’intesa attività carbonara prima dell’attentato, avendo fondato egli stesso una società segreta chiamata “Congiura Italiana dei Figli della Morte”.
Il nostro documento viene da un’associazione carbonara denominata, appunto, “Vendita Felice Orsini”. “Vendita” era la terminologia specifica con la quale venivano indicate le singole associazioni, in pratica era il corrispondente della “loggia” massonica. Nello specifico questo documento serviva come lasciapassare, come certificato di riconoscimento per un membro di quella particolare vendita divenuto carbonaro dopo il rito di affiliazione. Il testo infatti recita:
“E’ ordinato a tutti i fratelli F.B.C.C. sparsi nel globo terracqueo dall’uno all’altro polo di riconoscere il portatore del presente come nostro e loro fratello”
Risulta evidente, dunque, che tale documento fosse valido per un affiliazione non solo per la Vendita Felice Orsini ma per tutta la Carboneria. Il testo continua:
“Il presente Diploma firmato di proprio pugno da tutti i dignitari moniti di un sugello a Cera che ha lo stemma il Fascio Romano e di un altro a fumo che porti il titolo della Vendita, cioè i Seguaci dell’Eroe d’Italia”.
I dignitari citati hanno apposto il loro suggello tutto intorno al testo, se ne possono vedere le sigle, tutte precedute dalla “M” di Maestro, termine con il quale venivano identificate le gerarchie delle società segrete. Sono testimonianze straordinarie che vanno a fare da corollario a quello che viene identificato come “stemma a fumo che porti il titolo della Vendita” e che appare ancora, perfettamente conservato, nella parte inferiore del documento. Il timbro è di forma triangolare e reca la dicitura “V. (vendita) Felice Orsini”. Al centro compare uno stemma con i tipici simboli ricorrenti nei movimenti rivoluzionari il fascio littorio (che doveva comparire anche sul suggello di cera andato perduto), simbolo di forza e unità nella lotta e il berretto frigio, con chiara allusione ai Sanculotti della Rivoluzione Francese, ai cui principi di libertà, fratellanza e uguaglianza si ispiravano anche i moti carbonari.
Andando avanti proprio sul discorso della simbologia, che rende estremamente interessante questo documento, nel timbro appaiono anche le tre Virtù Teologali. In realtà esse sono richiamate anche sul frontespizio del certificato a figura intera. Esse appaiono come tre giovani donne, probabilmente trasposizione delle Tre Grazie di origine pagana. A sinistra la Fede, che solitamente tiene in mano una croce rispetto a questa variante che invece regge un mazzo di spighe. Segue la Speranza, che si sorregge all’ancora, simbolo della fermezza dei propri ideali. Infine la Carità, che appare come una donna che si prende cura di bambini. Le Virtù Teologali hanno un forte legame con la simbologia carbonara, tanto che sono alla base anche della bandiera della società. Tripartita in bande orizzontali colorate il nero, colore del carbone rappresentava la Fede, il celeste, colore del fumo del fornello rappresentava la Speranza, il rosso, colore del fuoco, rappresentava la Carità. L’importanza delle Virtù Teologali per la carboneria andava intesa non tanto in senso religioso, quanto come ideali rivoluzionari. Emblematica, in questo senso, la sostituzione della croce con il mazzo di spighe, nella figura della Fede, con un riferimento più diretto alla simbologia della società.
Un altro elemento rilevante è costituito dal riquadro centrale in cui si può vedere un santo eremita in una scena in cui dei personaggi stanno bruciando delle fascine. Il santo va identificato, molto probabilmente con San Teobaldo, protettore dei carbonari. Nacque a Provins, in Francia, nel 1017 da famiglia ricca, ma seguendo il suo ideale religioso si diede ad una vita appartata completamente dedicata al lavoro e alla meditazione. È importante aggiungere, proprio in riferimento a questo particolare documento, che lo stesso Felice Orsini aveva, come secondo nome, Teobaldo (il nome venne scelto dal padre che era stato carbonaro anch’esso). La scena sullo sfondo fa riferimento più direttamente alla simbologia carbonara, con le fascine (di nuovo simbolo di unità e forza nella lotta) e il fuoco, altro elemento imprescindibile: la legna legata rappresenta l’unione dei carbonari e bruciando nel fuoco si trasforma in carbone, così come il cuore dei carbonari bruciando veniva acceso dagli ideali rivoluzionari.
La fascina ritorna anche nell’angolo in basso a sinistra sotto la figura di un putto. Altri due putti, in basso al centro, sorreggono altri simboli: il teschio emblema della caducità e una corona di spine, con riferimento alle sofferenze alle quali dovrà andare incontro il carbonaro.
Alcune parole vanno spese sulla qualità tecnica e formale del documento che è sicuramente molto pregevole. I disegni e le decorazioni sono stati realizzati con un tratteggio assai preciso che riesce a rendere le figure in modo estremamente dettagliato. Esteticamente è molto bella la decorazione, con l’elegante fregio sul frontespizio sormontato dalla scritta crittografata in codice e la cornice fatta di racemi e foglie di un vigneto, in una rappresentazione estremamente viva e reale.
Per quanto riguarda la datazione, infine, essa andrà compresa tra l’anno dell’attentato di Felice Orsini, il 1858, visto che il patriota viene considerato come un eroe (“I Seguaci dell’Eroe d’Italia”) e il periodo in cui le società carbonare smisero di avere un carattere prettamente rivoluzionario, ovvero fino al periodo della Prima Guerra Mondiale quando si schierarono decisamente a favore dell’interventismo.