Edizioni Pierre a Feu – Derrier le Mirror (di Alberto Giacometti)
Giacometti Alberto
- Tecnica: Raccolta di multipli
- Anno: 1954
- Tiratura: n°65
- Codice prodotto: apre003
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DESCRIZIONE
Da sempre la figura umana è stata al centro della ricerca artistica. Fin dall’età classica la resa naturalistica dell’anatomia umana è stata uno degli obiettivi principali di pittori e scultori di tutti tempi, trasversale a tutte le epoche e a tutte le correnti stilistiche. Infatti, oltre alle interpretazioni naturalistiche, proprie del Rinascimento e dei vari classicismi, che mirano ad una rappresentazione veritiera e dettagliata del corpo, la figura umana è stata protagonista anche all’interno delle nuove concezioni estetiche portate dalle avanguardie storiche, come nel cubismo, nell’espressionismo e nel surrealismo. Conseguentemente nelle correnti artistiche della seconda metà del XX secolo, nella rappresentazione del soggetto “uomo”, è stato dato sempre più rilievo alla sua rappresentazione interiore (psicologica) che a quella esteriore (anatomica). Tutto ciò è al centro della ricerca dell’artista svizzero Alberto Giacometti che ha posto la figura umana come soggetto principale della sua ricerca artistica. Nella sua rappresentazione dell’uomo incide in maniera costante l’influsso delle contemporanee correnti filosofiche esistenzialiste di intellettuali come Jean-Paul Sartre o Albert Camus. Un esistenzialismo drammatico che trova la sua più coerente trasfigurazione visiva proprio nell’arte di Alberto Giacometti o di Francis Bacon.
Le tensioni esistenziali che conformano la figura umana sono ravvisabili non solo nella produzione scultorea di Alberto Giacometti, ma anche in quella pittorica e dunque grafica. Mentre nelle sculture l’artista ha realizzato un canone estetico totalmente espressionista, con le figure sottili e stirate che si rifanno ad una suggestione arcaica, nei supporti bidimensionali Giacometti rimane ancora in qualche modo legato al dato sensibile nella descrizione del soggetto. Ma è questo il punto di partenza per esplicare le sue deformazioni di carattere psicologico e filosofico. In particolare è la linea, sottile e calligrafica, il mezzo principale che Giacometti usa per dare vita alle sue tensioni esistenziali. Come nei famosi ritratti del fratello Diego, utilizza un segno grafico fremente per costruire il soggetto e l’ambiente in cui si relaziona. Il tratto si fa più incisivo nella descrizione dei visi, dove raggiunge una gestualità estremamente concitata, parossistica. L’opera è un’interessante edizione del periodico d’arte francese “Derriere Le Miroir” n. 65, che comprende diverse grafiche di Alberto Giacometti, edite da Maeght Editeur a Parigi nel 1954.
Alberto Giacometti nasce nel 1901 a Borgonovo in Val Bregaglia, nella Svizzera italiana. Si forma a Parigi, esponendo anche le prime opere ispirate a Brancusi e al primitivismo dell’arte africana, egizia, messicana e cicladica. Dopo una prima fase surrealista Giacometti attraversa un lungo periodo di solitaria e tormentata ricerca scultorea che si conclude nel ’45, dopo la guerra con la creazione delle prime figure esili e allungate, sigla stilistica della sua opera più matura. Esse sono esposte per la prima volta nel 1948, accompagnate da un catalogo con il saggio di Jean Paul Sartre, La ricerca dell’assoluto, che fa dell’opera di Giacometti l’espressione artistica più genuina dell’esistenzialismo. In questi anni diviene un artista unico nel panorama internazionale, grazie alle sue sculture, esposte alla Biennale di Venezia del ’56, ai suoi ossessivi ritratti pittorici sempre più tormentati del fratello Diego, della moglie Annette o di Caroline, la prostituta che ne diventa modella e amante. La sua fama è ormai altissima quando nel 1964 nasce in Svizzera la Fondazione Alberto Giacometti. Alberto Giacometti scompare nel 1966 a causa di un attacco cardiaco.