Emanuele Bettini – Senza titolo

Emanuele Bettini – Senza titolo

Bettini Emanuele

L’opera può essere definita una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche […]

  • Tecnica: Tecnica mista su tela
  • Dimensione: 50x60
  • Anno: 1968

  • Codice prodotto: ADIO001

Visualizzazioni 697

DESCRIZIONE

L’opera può essere definita una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. In particolare furono gli impressionisti a prediligere soggetti legati alla vita moderna in ambientazioni urbane e borghesi. Nella narrazione ironica e disincantata della società, soprattutto borghese e provinciale, che caratterizza la produzione artistica di Emanuele Bettini, non può essere esclusa la scena di genere. Nella scena di genere di Bettini domina la decontestualizzazione e l’attenzione è tutta focalizzata sui personaggi in una sferzante e divertita analisi esistenziale.

Il dipinto è un esempio delle numerose opere in cui Emanuele Bettini ritrae volti di donne e di uomini in ironiche scene borghesi. In questo contesto Bettini si mantiene in un linguaggio artistico coerente che può essere definito, da una parte, come una semplificazione della realtà di tipo naif ma che, dall’altra, presenta dei precisi richiami alle poetiche astratte e surrealiste delle avanguardie. Infatti, dal punto di vista formale, le figure nelle opere di Emanuele Bettini si presentano costruite da linee e forme pure estremamente semplificate. Il risultato è quello di un’oggettività asciutta che bene si presta al carattere borghese e di ironico distacco di questi quadretti esistenziali. Tutto, però, viene reso vivo ed originale dalla frizzante vena naif di Emanuele Bettini, che rende il suo stile unico ed inimitabile.

Emanuele Bettini (Prato, 20 gennaio 1917 – Prato, 21 novembre 2002) è stato un poeta, scrittore e pittore italiano. Pittore di indubbie qualità ebbe quali fonti di ispirazione il surrealismo di Joan Miró, il Futurismo di Giacomo Balla, a cui fu legato da stima e amicizia, i volti di Massimo Campigli e di Amedeo Modigliani, fino ai voli incantati di Marc Chagall. Le sue rappresentazioni sono talvolta amare e grottesche, talvolta surreali e popolate da personaggi creativi e colorati, ma sempre ironiche.


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