Emilio Facchini – Conversazioni immobili

Emilio Facchini – Conversazioni immobili

Facchini Emilio

Opera venduta

  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensione: 80x65
  • Anno: 2014

  • Certificato: Autenticità
  • Codice prodotto: EFAC002

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DESCRIZIONE

Il fare artistico di Emilio Facchini, giovane pittore che vive e lavora a Rosignano Marittimo, si fonda su una concezione altamente classica e tradizionale. La sua stessa formazione lo ha visto impegnato nella specializzazione nella tecnica ad olio o nella realizzazione di affreschi. Per quanto riguarda il linguaggio pittorico Facchini propende per un’accentuata resa naturalistica che però viene declinata in composizioni inusuali dettate da un’attitudine marcatamente sperimentale e contemporanea.


Ricercare le ragioni della modernità in una tradizione pittorica ormai in gran parte dimenticata, che affonda le sue radici nella storia più nobile dell’arte italiana, in un viaggio a ritroso che dal realismo ottocentesco giunge al Rinasci- mento. Questo sembra essere il fuoco che agita e illumina il percorso espressivo di Emilio Facchini, giovane pittore pisano in fase di affermazione, che del magistero tecnico, trasmesso per via diretta da maestro ad allievo, ha fatto la sua principale ragione d’essere artista. È sintomatico che Facchini, studente d’Accademia, abbia sentito come una gabbia la sterile didattica imposta per via istituzionale, inventandosi un tirocinio formativo che gli odierni costumi del mondo dell’arte tenderebbero a ritenere non indispensabile. Come un artista all’antica, Facchini ha scelto invece di c r e s c e r e a t t r a v e r s o i l discepolato in bot tega, volendo guadagnarsi il diritto a considerarsi artista in un senso manuale non meno che intellettuale, esperendo perciò sul campo l’eredità di una t radizione pi t tor ica qualificata, a diretto contatto con chi fosse in grado di t rasmet tergl i la propr i a competenza tecnica, dall’olio a l l a t emp e r a g r a s s a , dall’affresco allo stucco. E come il custode di un tesoro, oggi può applicare l’enorme, v a r i a t i s s imo b a g a g l i o acquisito in una faticosa, ma c e r t ame n t e a p p a g a n t e conquista di un linguaggio p i t t o r i c o p r o p r i o , d a alimentare e irrobustire per passi progressivi, confidando sempre e comunque nella metodica del fare, da maestro artigiano, prima ancora che da artista. Con tali presupposti, la scelta di campo di un artista come Facchini non poteva che essere quella figurativa. Nel suo realismo pieno, di corpi e di luce, a volte contrapposti in drammatici dialoghi di effetto espressionista, si intravede, da una parte, il filtro della tradizione classi- cista, anche recente, più volte evocata e rivendicata dall’artista stesso, dall’altra, con una forza immaginifica diversa, anche visionaria, le suggestioni di certa figurazione italiana degli anni Ses santa, s ia sul versante Pop, di cui Facchini di- mostra la conoscenza (in Conversazioni immobili, le figure paiono guardarsi come da due specchi “silhouettati” di Pistoletto), sia su quello più insensibile agli influssi esteri e civi lmente engagé, al l a Vespignani, per intenderci, o a n c h e ad a r t i s t i me n o r i c o n d u c i b i l i a fi l o n i consolidati e definiti, quale, a d e s e m p i o , B e p i Romagnoni, fino a giungere ad alcune manifestazioni dei g i o r n i n o s t r i , a n c h e estroverse, come, per dare un’indicazione in proposito, i cartoons liquidi e deformati di Gianluigi Toccafondo. Al di là di ogni possibile ascendenza, vera o presunta, f a b e n e F a c c h i n i a sottolineare il suo essere fuori dal gioco obbligato delle parti, esentandosi dal rituale d’appartenenza richiesto dal mercato dell’arte, il dividersi secondo contrapposizioni spesso pretestuose che nascondono vuoti ben più significativi, facendosi forte di un “mestiere” a cui affida una pittura di meditazioni e istinti che impone l a propr i a urgenza a rivelarsi sulla tela, senza per questo mai perdere il controllo della narrazione, destreggiandosi ora nella complessità del simbolico, ora nel tema di stampo ps icanal i t ico, a s fondo pe r son a l e e col l e t t i vo, lambendo la crisi universale dell’io, la difficoltà a trovare e c o n s e r v a r e u n ’ i d e n t i t à u n i v o c a ( i l g i à c i t a t o Conversaz ioni immobi l i ; Bipolare), per poi quasi r i fi a t a r e s u s o g g e t t i e situazioni apparentemente più pacificate (Ritratto di Paola; Babbo e mamma a tavola), con la matrice realista a riprendere il sopravvento su tentazioni visuali più vaghe e allusive. Il tratto unificante, tra queste polarità, rimane il segno pittorico, sempre denso, solido e deciso, anche nella diversità delle varianti, con la c omp o n e n t e v i s c e r a l e dell’espressione che viene tenuta sempre sotto misura dalla sapienza artigianale, r i c o n d u c e n d o l a a l l a c o m p o s t e z z a l o g i c a dell’ordinato. Nel gioco dei corsi e dei ricorsi storici, le tendenze emergenti dell’arte odierna potrebbero ridare ragione a Emilio Facchini, che forse non s i s e n t i r e b b e p i ù i n controtendenza, come ha più volte dichiarato, rispetto a un passato anche recente. Ma senza mai scordare il senso del tragitto professionale messo alle sue spalle, il solo a giustificare fino in fondo la sua arte. Vittorio Sgarbi

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