Emilio Vedova – Senza titolo
Vedova Emilio

L’opera si rifa ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie […]
- Tecnica: serigrafia
- Dimensione: 50x70
- Anno: XX Secolo
- Stato di conservazione: Ottimo
- Tiratura: 12/200
- Codice prodotto: GCRO011
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DESCRIZIONE
L’opera si rifa ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto riguarda il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia con cui compongono le loro opere.
La peculiarità dello stile di Emilio Vedova si riconosce anche in questa opera su carta. La sua estetica Informale non si rivolge all’interesse per la materia come nell’arte “bruta” dei francesi Fautrier e Dubuffet, il suo mezzo di espressione principale è invece il gesto. Una gestualità automatica, ma allo stesso tempo romantica con la quale il pittore riempie la superficie del dipinto di segni che non sono altro che l’interpretazione di istanze politico-esistenziali. Un tipo di espressività, dunque, che ha molto a che fare con l’Espressionismo Astratto americano.
Emilio Vedova è stato un pittore e incisore veneziano (1919 – 2006). Formatosi sull’Espressionismo aderì inizialmente al gruppo Corrente insieme a Birolli, e Guttuso. Dopo aver partecipato alla Resistenza, a Milano nel 1946 è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica” in cui si sanciscono i legami tra arte, politica e società. Negli anni ’50 cominciano i suoi noti cicli artistici passando inizialmente da un Neocubismo con il ciclo delle “Geometrie Nere” per arrivare ad una poetica informale-astratta costituita da una gestualità automatica di segni sulla superficie delle tele.