Ennio Morlotti – Albero
Morlotti Ennio

I fiori o le piante in generale come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale e vegetale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e […]
- Tecnica: Acquaforte
- Dimensione: 13,7x14,8
- Anno: 1984
- Certificato: si
- Tiratura: 75/99
- Codice prodotto: ASBU003
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DESCRIZIONE
I fiori o le piante in generale come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale e vegetale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori e le piante vengono rappresentati non solo nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori e delle piante diventa anche un modo di interpretare la realtà.
L’opera fa parte di una serie di incisioni nelle quali Morlotti, a differenza dell’astrazione dei lavori annoverabili nella corrente dell’”Ultimo Naturalismo”, non arriva ad un’estetica informale ma, anzi, si sofferma ad indagare la struttura dei soggetti, che siano figure umane o fiori. Infatti possiamo constatare come, in queste incisioni, Ennio Morlotti esalti il plasticismo dei soggetti, realizzandoli con un segno grafico deciso e collocandoli in uno spazio tridimensionale e complesso. Così come complessa, tuttavia, risulta l’esecuzione che ci riporta ad un carattere compiutamente contemporaneo del fare artistico di Morlotti. Il tratto è decisamente mosso, carico di vibrazioni esistenziali che percorrono i soggetti e lo spazio in cui interagiscono.
Ennio Morlotti (Lecco 1910- Milano 1992). Nel 1937, soggiornando per un breve periodo a Parigi, conosce Cézanne, il fauvismo e gli espressionismi di Soutine e Georges Rouault. All’Esposizione Internazionale di Parigi, rimane profondamente colpito da Picasso e dalla sua Guernica. Al ritorno in Italia si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha poi dipinto le sue prime opere. Nel 1939 entra a far parte del gruppo di pittori della rivista Corrente con Ernesto Treccani, Renato Guttuso, Renato Birolli e Bruno Cassinari. Dopo un secondo soggiorno a Parigi nel 1947, ha partecipato al Fronte Nuovo delle Arti e dopo la scissione tra Cassinari e Birolli aderito al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi, fondato nel 1952 e sciolto nel 1954. Rappresentante di una sorta di naturalismo informale e lirico, i suoi soggetti preferiti sono paesaggi, nature morte e nudi.