DESCRIZIONE
Il soggetto iconografico del Cristo ha origini antichissime ed è connesso con la leggenda della Veronica. L’episodio per cui le vere fattezze del Cristo rimasero impresse su un panno che una donna usò per asciugargli il volto è raccontato anche dai Vangeli. Tale donna venne identificata come Veronica probabilmente dall’assonanza con le parole latine “Vera Icon”. Fin dall’epoca paleocristiana, dunque, il volto ela figura di Cristo sono oggetto di una particolare venerazione. La sua rappresentazione ha attraversato tutta la Storia dell’Arte occidentale. In questo caso abbiamo una contestualizzazione precisa relativa al tema della Passione: il Cristo appare in piedi, con i polsi legati. Questa figura di Cristo arrestato e sofferente, rientra perfettamente nella poetica dei derelitti, degli ultimi, facente parte della produzione espressionista di Enrico Accatino.
L’intento di narrazione e di denuncia della questione sociale nella sua prima produzione indirizza Enrico Accatino all’adozione di un linguaggio decisamenteespressionista. L’arteespressionistavuolegridarealmondoi propri stati d’animo e ostentarli con passione. Sul piano formale ciò si traduce in una resa sommaria delle figure, attraverso un tratto molto nervoso e movimentato, nonché nell’uso di una gamma cromatica violenta. Tali caratteristiche si trovano nelle avanguardie storiche dell’espressionismo, come il Fauvismo e il movimento Die Brucke in Germania. E così anche nella produzione figurativa di Enrico Accatino egli vuole esprimere con forza la fatica del lavoro e la durezza delle condizioni di vita dei più derelitti. Lo fa con un tratto molto energico e nervoso che sintetizza le figure secondo un ritmo forsennato di linee spezzate. Nelle opere di questa produzione a sfondo sociale, a differneza dell’Espressionsimo storico, in Accatino prevale l’uso di una tavolozza scarna fatta di tonalità terrose e brune, in linea con l’essenzialità della rappresentazione.
Enrico Accatino è nato a Genova nel 1920 ed è scomparso a Roma nel 2007. Nasce in una realtà contadina e inizia a disegnare da autodidatta. In seguito si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma ed entra nello studio di Felice Casorati a Torino. Soggiorna per un anno a Parigi dove perfeziona la sua tecnica e il suo stile. Rientrato in Italia alla fine degli anni ’40 sviluppa un arte figurativa, fortemente espressionista, ispirata alle questioni sociali. A partire dagli anni ’50 la sua produzione evolve nel senso di un astrattismo piuttosto rigoroso che pone l’elemento circolare come tema fondamentale del suo fare pittorico.