Felice Tavola – Ai piedi della croce

Felice Tavola – Ai piedi della croce

Tavola Felice

Felice Tavola, immagini dal passato in un contesto contemporaneo La produzione di Felice Tavola si muove in un mondo colto, fatto di citazioni artistiche e letterarie e impreziosito dal recupero di una manualità che sa di tradizione già al primo impatto con l’opera. L’osservatore si trova di fronte a manufatti affascinanti nella loro patina d’antico […]

  • Tecnica: Tecnica mista su tavola
  • Dimensione: 50x70

  • Certificato: Autenticità
  • Codice prodotto: FTAV004

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DESCRIZIONE

Felice Tavola, immagini dal passato in un contesto contemporaneo

La produzione di Felice Tavola si muove in un mondo colto, fatto di citazioni artistiche e letterarie e impreziosito dal recupero di una manualità che sa di tradizione già al primo impatto con l’opera. L’osservatore si trova di fronte a manufatti affascinanti nella loro patina d’antico , patina che l’autore persegue ma sempre tenendo gli occhi sul presente, ad una ricontestualizzazione moderna che rende lo stile di Tavola ricercato e personale. L’arte di Felice Tavola, insomma, parla un linguaggio arcaico, ma con un vocabolario moderno. Prendiamo un’opera come “Ai piedi della croce” ad esempio. Possiamo ben notare come qui il citazionismo e la conseguente operazione di ammodernamento vengano effettuati a tutti i livelli. Innanzitutto il manufatto è la rilettura di un trittico a sportelli, trecentesco o quattrocentesco, che l’artista ripropone in una forma destrutturata, smontato e aperto sul supporto. L’immagine viene così ricostruita come una serie di frammenti recuperati a formare il soggetto dell’opera. Il quale esso stesso è una citazione condotta in maniera sottile: ci sono i dolenti, la Madonna e San Giovanni, ai piedi del Cristo Crocifisso, ma del terzetto vediamo solo particolari in un gioco di allusioni alla ricerca di immagini della nostra tradizione storico-artistica. Anche la tecnica, che lascia intravedere la venatura del legno, ci parla di antico in un prevalere di toni bruni. A volte la citazione iconografica deve fare i conti con un adattamento ancora più forzato ad un linguaggio contemporaneo. Così l’“Annunciazione” mostra un processo di sintesi molto spinto dell’immagine, bidimensionale, appiattita e condotta con un tratto volutamente grezzo. Ma ancora una volta il cerchio si chiude su un passato di affreschi rupestri alto medievali dei quali l’opera di Tavola ne condivide la forza espressiva. In questo archivio delle immagini, dal quale l’artista attinge i suoi soggetti, a volte la citazione può avere anche un carattere da illustrazione letteraria. Come nel “Barone di Italo Calvino” anche esso trasfigurato in una resa espressionistica e sintetica o nel “Cavaliere rinascimentale” in cui invece l’artista offre una descrizione particolareggiata dell’armatura e nel quale caso la ricontestualizzazione va cercata nell’estro fantasioso e creativo con cui il soggetto è stato ideato. Questo gioco di trasferire le immagini del passato in un contesto moderno viene sviluppato sempre con nuove modalità, anche quella dell’assemblaggio, del ready-made montato sul soggetto del dipinto: come nell’opera “Il principe e la sinfonia del cuore”, in una nuova lettura delle contemporanee “poetiche dell’oggetto” che guarda al passato.


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