Francesco Colacicchi – Fine d’estate

Francesco Colacicchi – Fine d’estate

Colacicchi Francesco

L’opera è una copia del dipinto “Fine d’estate”, eseguito da Giovanni Colacicchi, padre di Francesco, nel 1932 e conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. In linea con l’epoca in cui l’originale è stato elaborato, l’iconografia di questo quadro ha sicuramente dei valori allegorici e può essere definita, in qualche modo, […]

  • Tecnica: olio su tela
  • Dimensione: 200x160

  • Certificato: presente
  • Codice prodotto: ABON001

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DESCRIZIONE

L’opera è una copia del dipinto “Fine d’estate”, eseguito da Giovanni Colacicchi, padre di Francesco, nel 1932 e conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. In linea con l’epoca in cui l’originale è stato elaborato, l’iconografia di questo quadro ha sicuramente dei valori allegorici e può essere definita, in qualche modo, simbolista proprio per la sua allusione a significati sottesi. E’ un tipo di soggetto che può essere ricollegato al linguaggio artistico di pittori di fine Ottocento come Moreau, Bocklin o Puvis des Chavannes, che pur usando un linguaggio sostanzialmente figurativo elaboravano iconografie intellettualmente complesse, piene di riferimenti simbolici e allegorici. Rimanendo sempre nell’ambito del Simbolismo idealista di fine XIX secolo e inizio XX, sembra esserci un’affinità tra questo soggetto elaborato da Giovanni Colacicchi e le raffinatezze tipiche dell’Art Noveau. Anche se non dobbiamo dimenticare i costanti riferimenti di questo pittore ai rigori compositivi della metafisica e del realismo magico novecentesco.

Nella riproduzione d’autore di questa “Fine d’estate” Francesco Colacicchi sembra seguire le orme del padre Giovanni non solo nella definizione del soggetto (un elegante teoria di nudi dai raffinati risvolti simbolici) ma anche nell’esecuzione formale del dipinto. Infatti il simbolismo dell’opera può essere identificato anche nella sua realizzazione, nella definizione di una figura umana vagamente sintetica e sicuramente idealizzata. I richiami metafisici alla classicità si uniscono ad un plasticismo rarefatto, tendenzialmente geometrico, dove anche la stesura pittorica fa la sua parte nel conferire ai soggetti una superficie vibrante di vita. La composizione generale dell’opera si adegua a questo rigore, tra la geometria e l’idealizzazione, proponendo uno spazio quasi bidimensionale fatto di linee decise e campiture nette. Molto suggestivo è il contrasto tra il primo piano in ombra e la luce solare dello sfondo.

Francesco Colacicchi è un pittore nato a Firenze nel 1942. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti della sua città e per tre decenni ha insegnato nei licei artistici di Lecce e Firenze. Francesco si considera allievo di suo padre, Giovanni, da cui ha appreso la tecnica con la quale esprime se stesso, come dilettante della pittura. Raffinato paesaggista ed autore di nature morte, la sua visione della realtà risulta elegantemente idealizzata tra geometria e simbolismo.


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