Francesco Di Cocco – Cavalli bardati

Francesco Di Cocco – Cavalli bardati

Di Cocco Francesco

  • Tecnica: Olio su compensato
  • Dimensione: 20x40
  • Anno: 1930

  • Codice prodotto: EBEL001

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DESCRIZIONE

Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. L’artista Francesco Di Cocco ha focalizzato parte della propria produzione pittorica sulle scene di genere dedicate al mondo dei contadini e della campagna. In questo modo le sue opere sono una perfetta fusione tra un’arte a sfondo sociale e dal carattere schiettamente realista e popolare, e un paesaggismo che però mostra dei tratti simbolistici, quasi metafisici.

Generalmente le scene dedicate dall’artista Francesco Di Cocco agli episodi domestici e popolari presentano un carattere freddamente oggettivo che congela la rappresentazione in un’atmosfera metafisica. In questo caso, trattandosi di un’opera di piccole dimensioni, invece, l’artista scioglie la sua materia in un carattere decisamente pittorico. Infatti la resa delle figure viene fondata essenzialmente sulla stesura del colore. Una stesura a macchia che determina i soggetti in maniera sì estremamente sommaria, ma sicuramente viva e profondamente espressiva. È un tipo di rappresentazione che si ricollega ad un fare artistico di tipo postimpressionistico. Anzi, nello specifico, nell’elaborazione di questa opera Di Cocco sembra citare consapevolmente i Macchiaioli (anche nella scelta del soggetto). Prevale quel senso di solitudine contadina che è tipica del gruppo toscano, anche se per Di Cocco essa risulta in linea con il carattere metafisico della sua produzione. La tavolozza, fatta di tonalità brune e terrose, è tipica del linguaggio di questo artista.

Francesco Di Cocco è nato a Roma nel 1900 ed è scomparso nel 1989. Si forma, inizialmente, nella fabbrica di ceramiche di Alfredo Biagini. In seguito, con lo stesso Biagini, vive per un certo periodo a Parigi dove entra in contatto con il vivace ambiente di Montparnasse. A Roma esordisce alla Terza Biennale del 1925. L’anno dopo è tra i partecipanti della Prima Mostra del Novecento Italiano. Nel 1931 è presente alla I Quadriennale romana; l’anno seguente ha una sala personale, con una trentina di opere, alla III Sindacale romana, e partecipa alla XVIII Biennale di Venezia. Nel 1933 è la volta della V Triennale di Milano e nel ’34 collabora all’allestimento della IV Sindacale ai Mercati Traianei. Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale e si dedica alla decorazione, lavorando anche in Belgio. Nel 1937 lavora al Padiglione italiano all’Esposizione internazionale di Parigi, poi è a New York dove espone alla filiale americana della Galleria della Cometa.


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