Gaspare Da Jaga – Senza titolo
Da Jaga Gaspare
- Tecnica: Tecnica mista su tela
- Dimensione: 65X82
- Codice prodotto: PALL002
Visualizzazioni 465
DESCRIZIONE
L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto concerne il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia con cui compongono le loro opere.
La ricerca pittorica di Gaspare Da Jaga, in questa opera, è imperniata sulla materia pittorica con una rilevanza sia concettuale che formale. La materia, che segue uno sviluppo circolare, per Da Jaga può essere considerata come un elemento biologico primigenio, una sorta di organismo vivente dal quale la vita può essere generata e, di conseguenza, anche la composizione sulla tela. Gaspare Da Jaga, nel suo processo artistico, segue questo sviluppo organico del segno materico e, tramite una pratica pittorica gestuale, ne evidenzia gli sviluppi, le infinite possibilità di crescita, di proliferazione e di interazione con lo spazio. Il tutto viene sempre accompagnato da una gamma coloristica dinamica ma equilibrata all’interno dell’economia dell’opera.
Gaspare Da Jaga nasce a Orzinuovi nel 1941, undicesimo di tredici figli della famiglia dei Giovannini. Autodidatta, inizia a dipingere all’età di dodici anni, affascinato dalla scuola degli impressionisti francesi insieme ai colori. La passione per le arti plastiche durante l’adolescenza gli fa intraprendere numerosi viaggi all’estero, ma resta la Francia il luogo di massima ispirazione artistica. Frequenta i corsi liberi di disegno presso l’Accademia di Brera di Milano e dal 1964 frequenta la scuola d’arte del maestro Enea Ferrari, presso il Castello Sforzesco di Soncino. Numerose sono le mostre dedicate alle sue opere tenutesi in Europa e in Brasile dove è invitato dall’illustre giornalista e critico d’arte Pietro Maria Bardi, in qualità di Direttore del Museo d’Arte di San Paolo. Muore nel 1997.