Giancarlo Savino – Senza titolo – MSCA001
Savino Giancarlo
- Tecnica: Olio su tela di iuta
- Dimensione: 128x146
- Anno: '80
- Codice prodotto: MSCA001
Visualizzazioni 529
DESCRIZIONE
L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto concerne il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia con cui compongono le loro opere. Il complesso linguaggio dell’artista Giancarlo Savino, aperto ad ogni tipo di sperimentazione, non rifiuta del tutto la figurazione (infatti spesso il corpo umano è ravvisabile nelle sue composizioni) ma tutto viene inserito in un contesto dove assoluto protagonista è il gesto del pittore in un linguaggio dal forte ermetismo che conferma l’appartenenza ad un’estetica informale.
Come possiamo constatare anche in questo dipinto il gesto è assoluto protagonista del fare pittorico di Giancarlo Savino. Nelle sue composizioni viene a definirsi una dimensione che sfugge a qualsiasi regola spazio temporale, tanto da poterla definire surreale. Le immagini, anche quelle riconducibili ad un linguaggio figurativo, entrano a far parte di un sistema di segni pittorici che trasfigurano sull’opera la visione interiore dell’artista. Da qui, dunque, la complessità della stesura pittorica che, nella produzione su cavalletto, assume una foga espressionistica davvero molto concitata. In questa opera, in particolare, la figura umana, dove distinguibile, viene deformata e investita da un movimento rotatorio e vorticoso che domina l’intera composizione. La sensazione di movimento è irresistibile e controlla un sistema di segni e gesti apparentemente caotico. I linguaggi espressivi usati da Savino in questa opera sono innumerevoli e variegati, così come i colori, a dare vita ad una complicata regia di dissonanze.
Giancarlo Savino, napoletano di nascita, romano di adozione, vive e lavora a Roma dal 1996. Comincia giovanissimo la sua attività artistica che, oltre alla pittura, si manifesta attraverso la musica, la poesia, il teatro e la scultura. Tra le numerose gallerie e i Musei in cui ha esposto i propri lavori segnaliamo: KunstHalle di Berna – Palazzo delle Esposizioni di Roma – Palazzo dei Sette di Orvieto – Museo Canonica di Roma a cura dell’Ass. Galleristi italiani – 54° Biennale di Venezia – Palazzo delle Esposizioni di Torino (Sala Nervi) – Gallery of Art Temple University Rome. Pubblica un libro di acquerelli intitolato “Frame Cafè” (Ed. Electa) accompagnato da un inedito racconto di Antonio Tabucchi. Nel 2013 vince il primo premio nella sez. Artisti Italiani al Premio Internazionale “Limen”. È presente in: “Storia dell’Arte italiana del ‘900” a cura di G. di Genova; “Racconti con Figure” di Antonio Tabucchi; “Storia d’Italia” (Ed. Einaudi) volume V degli Annali (Il Paesaggio); “Quale avanguardia? Arte a Napoli nella seconda metà del ‘900” saggio a cura di Vitaliano Corbi. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private.