Gianfranco Curandai – L’isola del giglio
Curandai Gianfranco

Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 90x30
- Codice prodotto: SBART001
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. In questo caso specifico ci troviamo di fronte ad una bellissima prova di paesaggio marino e il soggetto dell’opera è costituito da una suggestiva veduta di barche di pescatori. La scelta è perfettamente in linea con l’ambiente di provenienza dell’artista autore dell’opera, Gianfranco Curandai. L’opera è infatti ispirata alla visione di una Toscana popolare, contadina o marinara, fatta di luoghi solitari in cui la presenza umana risulta quasi o del tutto assente. Conseguentemente Curandai si ricollega ad una lunga tradizione della pittura toscana che parte dall’interesse per i soggetti rurali e popolari degli artisti del gruppo dei Macchiaioli nella seconda metà del XIX secolo.
Lo stile dell’artista Gianfranco Curandai si attesta in una perfetta tradizione di tipo postimpressionista. Il pittore è ancora nel pieno di una concezione pittorica en plein air, il cui obiettivo è quello di dare una resa viva ed immediata del paesaggio tramite la registrazione di ogni vibrazione luminosa ed atmosferica. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un tipo di stile che va già oltre il semplice dato sensibile in una concezione pittorica strutturale che indaga gli oggetti in profondità, ponendo le pennellate su diversi piani dimensionali in uno spazio non univoco. Per quanto riguarda la stesura pittorica, densa e materica, si attesta su larghe macchie, rispettando lo spirito rurale della tradizione macchiaiola. L’opera in oggetto è molto particolare anche per l’interessante scelta cromatica effettuata dall’artista. L’unità tonale di un intenso giallo, oltre a ribadire la tradizione macchiaiola dell’uso intenso della luce, supera quasi la realtà fenomenica per assumere un’accezione spirituale tendenzialmente simbolista.
Gianfranco Curandai è nato a Firenze nel 1938. La sua attività artistica è iniziata nel 1963, ispirata dal paesaggio toscano filtrato attraverso la tradizione postimpressionista e macchiaiola. Invitato partecipa a svariate mostre e le sue opere figurano in collezioni private nazionali ed estere. Curandai si è appartato anche fisicamente lavora e vive prevalentemente in una casa di campagna del Valdarno.