Gianni Dova – Senza titolo

Gianni Dova – Senza titolo

Dova Gianni

L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto concerne il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia o il gesto con cui compongono […]

  • Tecnica: Acrilico su tela
  • Dimensione: 80x65

  • Codice prodotto: MLAZ001

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DESCRIZIONE

L’opera si rifà ad un linguaggio estetico informale. La devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale lasciò un segno profondo nella civiltà occidentale che nelle arti visive si risolse anche in un’impossibilità di comunicare. Tale problematica per alcuni artisti sfociò in un rifiuto totale di qualsiasi linguaggio visivo che si tradusse nella nascita dell’Informale. Le varie correnti informali sono certo collegate all’Espressionismo Astratto americano, soprattutto per quanto riguarda la componente gestuale, ma si spingono oltre per quanto concerne il rifiuto di qualsiasi elemento figurativo, anche geometrico. La loro ricerca si spinge piuttosto verso la materia o il gesto con cui compongono le loro opere.

L’informale in questa opera di Gianni Dova si sviluppa su un esercizio percettivo. L’artista infatti parte dall’acquisizione dei dati sensibili e li rielabora nel suo personalissimo sentire. E così anche una composizione che si richiama vagamente al genere della natura morta, perde in maniera quasi definitiva ogni contatto con la realtà fenomenica, per tradursi in una pura trasposizione di materia e gesto. In effetti Gianni Dova vuole cogliere l’impressione dell’oggetto, ma ciò la porta a disgregare completamente la forma e a tradurre la sua percezione direttamente nella gestualità pittorica. In questo dipinto l’artista è capace di dare vita ad una materia cromatica che sembra viva, dinamica e in continua evoluzione. Nell’intensità dei colori che si fondono in un organismo vitale, l’esistenza pulsa in bagliori lucenti e repentini.

Gianni Dova è nato a Roma nel 1925 ed è scomparso a Pisa nel 1991. Trasferitosi a Milano a sedici anni frequentò il Liceo Artistico di Brera. In seguito iniziò la frequentazione degli artisti che si riunivano intorno alla rivista Corrente, edita da Ernesto Treccani e, nel 1946, aderì al manifesto “Oltre Guernica”. L’anno dopo si unisce al Movimento Spazialista, firmandone diversi manifesti. In seguito aderì alla Pittura Nucleare con Enrico Baj e Sergio Dangelo.


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