Gino Gandini – Reggio
Gandini Gino

Il soggetto del paesaggio urbano è già presente in epoca Medievale e Moderna, ma prevalentemente in maniera idealizzata. Le scene di vita cittadina diventano temi tipici con un’interpretazione più verosimile a partire dal XIX secolo. Ricordiamo come subito dopo le correnti realiste dell’Ottocento anche gli impressionisti diedero molta rilevanza al quotidiano, alla vita di tutti […]
- Tecnica: litografia
- Dimensione: 50x30
- Tiratura: 2/35
- Codice prodotto: GBOC001
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DESCRIZIONE
Il soggetto del paesaggio urbano è già presente in epoca Medievale e Moderna, ma prevalentemente in maniera idealizzata. Le scene di vita cittadina diventano temi tipici con un’interpretazione più verosimile a partire dal XIX secolo. Ricordiamo come subito dopo le correnti realiste dell’Ottocento anche gli impressionisti diedero molta rilevanza al quotidiano, alla vita di tutti i giorni, con una certa predilezione, però, verso la frenesia della città, la folla, il traffico e ambientazioni tipicamente borghesi. Nella produzione pittorica di Gino Gandini la realtà assume sempre una veste dimessa e minimale, in questo senso gli scenari urbani che compaiono nelle sue opere si riferiscono ad una dimensione consona a questo tipo di linguaggio. Per questo i suoi soggetti preferiti sono vedute di periferie industriali o scorci di piccole realtà paesane.
La visione della realtà da parte dell’artista Gino Gandini assume sempre una veste minimale. Lo scopo dell’artista è quello di ridurre il soggetto ai minimi termini per entrare in contatto con la sua essenza più significativa e poetica. La presente litografia è un bellissimo esempio di questa estetica assunta dall’artista reggiano, tanto più che nell’opera grafica Gandini può sviluppare un linguaggio ancora più succinto e lineare. Lo spazio di questa veduta urbana viene delineato attraverso i sottili ed elegantissimi segni grafici che rappresentano i binari della ferrovia, mentre una solitaria locomotiva si muove come un’ombra solitaria emanando uno sbuffo di vapore. Nella prevalenza del bianco i caseggiati sullo sfondo appaiono come forme geometriche. Dal punto di vista formale il tratteggio è straordinario nel modulare la scala dei grigi e dare diversa profondità e luce agli elementi che appaiono in lontananza. Tutto rientra nella definizione di un paesaggio essenziale ma, proprio per questo motivo, altamente lirico ed esistenziale.
Gino Gandini è stato un artista originario di Reggio Emilia, nato nel 1912 e scomparso nel 2001. Si iscrive nel 1928 alla Scuola di Disegno Gaetano Chierici, dove conosce Ottorino Davoli, che gli sarà a lungo amico e consigliere. La sua formazione si completa poi all’Istituto d’Arte Venturi di Modena e, dal 1938, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove Giorgio Morandi tiene i corsi di incisione. Già negli anni Trenta è ottimo disegnatore e pittore di talento. La sua predilezione va, in quegli anni, alle figure, mentre i paesaggi e le nature morte saranno i generi ai quali si dedicherà nella maturità. Nella sua ricerca sviluppa i temi della solitudine e di una malinconia esistenziale che costituiranno la sua cifra stilistica più originale e significativa.