Giovanbattista De Andreis – Il cestino di paglia
De Andreis Giovanbattista
Il genere della “Natura Morta” vede la luce agli inizi del XVII secolo. Consiste nella rappresentazione di composizioni di soggetti inanimati, nella maggior parte dei casi fiori o frutta. Se all’inizio della sua storia era un’occasione per i pittori per cimentarsi in una riproduzione naturalistica o fotografica della realtà, con l’arte contemporanea la “Natura Morta” […]
- Tecnica: Litografia
- Dimensione: 35x50
- Tiratura: P.A.
- Codice prodotto: CCAR008
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DESCRIZIONE
Il genere della “Natura Morta” vede la luce agli inizi del XVII secolo. Consiste nella rappresentazione di composizioni di soggetti inanimati, nella maggior parte dei casi fiori o frutta. Se all’inizio della sua storia era un’occasione per i pittori per cimentarsi in una riproduzione naturalistica o fotografica della realtà, con l’arte contemporanea la “Natura Morta” diventa anche un modo di interpretare la realtà. Infatti, come accadrà per esempio nell’avanguardia cubista o in Giorgio Morandi, la ricerca profonda sugli oggetti verrà finalizzata ad una rappresentazione concettuale, portata oltre il semplice dato sensibile. Per un artista il cui lavoro è fortemente incentrato sull’indagine delle forme e l’esaltazione dei valori plastici, come Giovan Battista De Andreis, la natura morta è un soggetto molto ricorrente (soprattutto nell’opera incisoria).
Questa litografia mostra come lo stile di Giovan Battista De Andreis sia sempre in una via di mezzo tra realtà fenomenica (quella che possiamo conoscere tramite i sensi) e realtà noumenica (quella che possiamo indagare tramite l’intelletto) dell’oggetto. Infatti la sua struttura disegnativa è solidissima, ancorata al mondo sensibile che ha davanti agli occhi. Tuttavia il modo di interpretare questo cesto di frutta dimostra che la sua percezione dell’oggetto e soprattutto dell’oggetto nello spazio, va oltre il fenomeno. Infatti la rappresentazione viene condotta su molteplici linee direzionali, secondo una prospettiva che non è univoca. In questo modo le strutture delle cose vengono indagate più a fondo, scomponendole nello spazio complesso creato dall’artista. Lo si vede soprattutto nell’esecuzione della tovaglia, le cui pieghe vanno disponendosi su diversi piani. Inoltre nelle nature morte di De Andreis troviamo sempre una forma purissima, quasi geometrica, che soprassiede alla rappresentazione degli oggetti. Tutto viene sostenuto dalla tecnica straordinaria dell’artista, in una rappresentazione che tocca vertici di iperrealismo.
Giovan Battista De Andreis è nato a Badalucco nel 1938. Nel 1958, appena diplomato, si trasferisce a Milano dove conosce, grazie a Scanavino, i maggiori artisti dell’avanguardia milanese. A partire dagli anni sessanta, De Andreis matura un proprio linguaggio ispirandosi al surrealismo ed alla pittura metafisica. La prima mostra a Milano, nel 1966, accresce la sua notorietà, assieme a un succedersi di premi “La Notte 1967”,e Premio “Panizza 1967”,con giurie presiedute da Bruno Cassinari. Seguono le esposizioni di Milano, Torino, Bruxelles e Amsterdam. La partecipazione alle rassegne di Cracovia, Buenos Ayres, Katowice e Milano, lo elegge «Artista Segnalato 1978» sul Bolaffi della Grafica. Dal 1984 al 1996 personali a Roma, Milano, Palermo, Catania, Monte Segale, Nardò, Imperia, Diano Castello. Aggiunte a quelle della Maison de la Culture Woluwé-Saint-Pierre di Bruxelles, Galleria Il Magnifico di Chianciano, (in coppia con Ibrahim Kodra), e Museo del Sannio di Benevento.