Giovanni Di Munno – Pastore con bovini
Di Munno Giovanni

Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche […]
- Tecnica: Tecnica mista su legno
- Dimensione: 36x26
- Codice prodotto: FSVE002
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DESCRIZIONE
Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. Il pittore Giovanni Di Munno, nella sua produzione, mostra un certo gusto proprio per la scena di genere di carattere contadino.
Lo stile dell’artista Giovanni Di Munno presenta una perfetta fusione tra realismo e una delicata resa impressionistica dei dati sensibili. Infatti da una parte l’artista procede ad una precisa descrizione dei suoi soggetti in tutti i loro particolari, con un forte senso della realtà e del quotidiano di un vissuto semplice. Dall’altra la sua raffinata tecnica pittorica gli permette di trasferire sulle opere un senso di immediatezza, grazie ad una pennellata rapida e carica di vibrazioni atmosferiche. La luce così si riverbera sugli oggetti, ma senza interferire con la descrizione puntuale della realtà. Il fare pittorico di Giovanni Di Munno risulta connotato, dunque, da una luminosità chiara che si palesa, per contrasto, nel gioco delle ombre. È finalizzato a questo scopo anche l’uso di una tavolozza dai colori tenui e delicati.
Giovanni Di Munno, Monopoli 1919-1993. Il suo predominante interesse per il paesaggio, derivante da quella tradizione pittorica pugliese del Novecento assimilata dai suoi maestri a Monopoli, gli permette di affermarsi, in breve tempo, come uno degli interpreti più rilevanti della scena artistica venezuelana negli anni ’70. Fondamentale è l’incontro e la frequentazione degli esponenti della “Escuela de Caracas” che lo convince a proseguire nella sua ricerca artistica, portando a compimento il percorso intrapreso nella terra natia.