Giuseppe Marchese – Paesaggio (Omaggio a Cascella)
Marchese Giuseppe
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con […]
- Dimensione: 50x70
- Anno: 1994
- Codice prodotto: DVIO001
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. In questa particolare opera che, come dice il sottotitolo vuole essere un omaggio a Michele Cascella, Giuseppe Marchese crea un paesaggio dove i fiori ed i loro colori sono protagonisti, proprio come nei soggetti tipici del maestro abruzzese. Questo tipo di veduta floreale permette all’artista di dare libero sfogo a tutto il proprio estro cromatico in una composizione in cui un registro stilistico di tipo impressionistico viene portato alle estreme conseguenze.
Tutta la composizione dell’opera è in linea con l’obiettivo di reinterpretare ed esaltare il fare pittorico di Michele Cascella, così l’intera struttura del paesaggio è determinata da un complicatissimo tratteggio, quasi divisionista, che dà forma alle cose, crea i volumi, misura lo spazio e, ovviamente, registra ogni più piccola percezione luminosa e cromatica. Il risultato è una raffigurazione che, oltre a mostrare una grande perizia dal punto di vista della stesura pittorica, individua le vibrazioni della luce sugli oggetti e la loro interazione nell’atmosfera. La superficie del dipinto, quindi si risolve in un’estrosa armonia policroma proprio come nel pittore abruzzese. Tuttavia l’ispirazione a Michele Cascella non impedisce a Giuseppe Marchese di esprimere la propria concezione pittorica. Rispetto al modello, infatti, l’artista palermitano è caratterizzato da un tocco più denso e pastoso per quanto riguarda la rappresentazione del manto floreale e, addirittura, una stesura più compatta nel delineare il cielo e il mare.
Giuseppe Marchese è nato nel 1938 a Palermo ed è scomparso nel 2010. Già a dodici anni partecipa alla sua prima mostra collettiva e si formerà frequentando i pittori Guadagno, Manzella, Mirabella e Giambecchina. Conosce anche Annigoni, Fiume, Guttuso e sopratutto Migneco la cui influenza lo porterà a studiare nuove forme espressionistiche. Durante la sua carriera ha, infatti, sperimentato le più svariate tecniche dalla pittura ad olio all’acrilico, dall’acquerello alla tecnica mista, dai murales all’incisione. Giuseppe Marchese ha partecipato, con le sue opere, ad importanti rassegne sia di livello nazionale che internazionale. Ha, inoltre, curato la parte iconografica di diversi libri e l’allestimento di scenografie per il Teatro Biondo di Palermo e quello di Catania. La sua parabola artistica è stata segnata dal passaggio da un linguaggio artistico di tipo espressionista, ispirato ad una linea fauve di colori aggressivi, ad un plasticismo figurativo nel quale la figura umana è protagonista.