Guido Guidi – Senza titolo
Guidi Guido

- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 48x34
- Anno: XX Secolo
- Stato di conservazione: Ottimo
- Codice prodotto: LBIA010
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DESCRIZIONE
Il soggetto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi.
Lo stile di Guido Guidi parte, anch’esso, dalle premesse della Scuola Labronica, cioè di una pittura ispirata al post-impressionismo e al macchiaiolismo. Tuttavia Guido Guidi supera queste premesse, arrivando ad una sperimentazione più audace nel linguaggio pittorico. La sua stesura è a macchia, ma la esercita con tocchi diradati che semplificano le forme e riducono lo spazio ad una superficie bidimensionale. In questo modo Guidi esce dal campo della realtà fenomenica, avventurandosi nel territorio della sintesi espressionista. Un espressionismo fatto di larghi tocchi di colore che sintetizzano i soggetti con poche pennellate. Anche il colore subisce delle forzature antinaturalistiche, rivolte, piuttosto, a delineare situazioni emotive e spirituali.
Guido Guidi è stato un pittore livornese, nato nel 1901 e scomparso nel 1998. E’ stato uno dei più importanti esponenti del Gruppo Labronico. Ha partecipato alle più importanti mostre del collettivo: nel 1961 a Firenze alla Galleria Cancelli, nel 1963 a Roma alla Galleria Antares con una personale presentato da Sante Monachesi, nel 1965 a Grosseto, Lucca e al Palazzo dei Priori di Volterra. Tutta l’esistenza di Guido Guidi è stata segnata dalla perdita del figlio Luciano nel 1928, cosa che gli procurerà frequenti stati depressivi. Nel 1966 Guido Guidi ha avuto la consacrazione definitiva con una mostra antologica presso la casa della cultura di Livorno.