Heredia – Senza titolo
Heredia
Siamo di fronte ad una natura morta. Le nature morte vengono sfruttate dagli artisti per sperimentare nuove soluzioni pittoriche e prospettiche. In questo caso siamo di fronte ad una tavolo coperto da una tovaglia bianca, sul quale si dispongono in maniera disordinata vari oggetti. Non si trova solamente la canonica frutta ma anche vasellame. Il […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 100x80
- Codice prodotto: ECHI002
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DESCRIZIONE
Siamo di fronte ad una natura morta. Le nature morte vengono sfruttate dagli artisti per sperimentare nuove soluzioni pittoriche e prospettiche. In questo caso siamo di fronte ad una tavolo coperto da una tovaglia bianca, sul quale si dispongono in maniera disordinata vari oggetti. Non si trova solamente la canonica frutta ma anche vasellame. Il tutto quindi non sembra una scena studiata appositamente per essere immortalata su tela. Al contrario sembrerebbe un primo piano di vita quotidiana, con oggetti scordati come il pacchetto di carta semi accartocciato e la lettera che fuoriesce dal tavolo.
Lo stile del dipinto è essenziale e semplice, nel senso che non si cerca il naturalismo dell’oggetto, ma di trasmetterlo con concretezza. Il tavolo, palcoscenico che espone gli oggetti, è riportato in maniera ribaltato per poter meglio apprezzare gli articoli ivi esposti. Predomina il bianco nel dipinto, che viene affiancato da colori densi e caldi.
Claudio Heredia nasce nel 1954 a Buenos Aires. Inizia la sua carriera come muralista, grafico e pittore in Argentina. Successivamente si trasferisce in Italia, rimanendo però fedele a quel che è l’arte del suo paese, questa infatti la trasferisce su piccole dimensioni, eseguendo gouaches, chine, disegna a penna, matite, pastelli, tempere, acrilici ed olio. I soggetti trattati spaziano da momenti della vita quotidiana a figure, paesaggi, animali e oggetti. L’artista ha tenuto mostre personali e collettive in tutta l’Italia. Grazie alla fama così acquisita, nel 1992, gli sono state commissionate anche grandi murales, “La Pachamama, 500 anni di resistenza”, collaborazione con Gianni Berra, eseguita a Rimini, e “La Carrozza” a Firenze.
L’artista continua così per tutta la vita ad accostare opere su grande scala e quelle in piccole dimensioni, spaziando dai murales alle illustrazioni per libri. Si cimenta anche nella scultura creando evocazioni plastiche di figure su stoffa modellata. Il critico d’arte e giornalista Alberto Gavazzeni lo descrive con le seguenti parole: “…teme sempre di cadere nella trappola della retorica pittorica, invece di connotarli preferisce regalare ai suoi soggetti il concetto di generalità, come se fossero archetipi dai cui ci si deve muovere per comprendere le gioie, le passioni ed i dolori del mondo, come se fossero la materia prima da plasmare e riplasmare alla ricerca di una perfezione impossibile da raggiungere”. L’artista ci lascia nel 2015 a soli 61 anni.