Leonilde Carabba – Giove legifera

Leonilde Carabba – Giove legifera

Carabba Leonilde

I temi legati all’astronomia o alla fantascienza nell’arte possono, in molti casi, essere ricondotti alle istanze tipiche dell’estetica surrealista, nel momento in cui l’esistenza di altri mondi o dimensioni parallele può essere collegata al nostro subconscio. Nel momento in cui, invece, la fantascienza diviene esaltazione della tecnologia non si può non individuare come sua origine […]

  • Tecnica: olio
  • Dimensione: 100x100
  • Anno: 1994

  • Certificato: non presente
  • Codice prodotto: CRAV004

Visualizzazioni 314

DESCRIZIONE

I temi legati all’astronomia o alla fantascienza nell’arte possono, in molti casi, essere ricondotti alle istanze tipiche dell’estetica surrealista, nel momento in cui l’esistenza di altri mondi o dimensioni parallele può essere collegata al nostro subconscio. Nel momento in cui, invece, la fantascienza diviene esaltazione della tecnologia non si può non individuare come sua origine il Futurismo, che fece proprio della celebrazione del progresso uno dei suoi temi principali. In concomitanza con lo sviluppo del genere fantascientifico nel cinema, intorno agli anni ’60, anche nell’arte alcuni pittori cominciarono a dedicarsi a questa tematica come il celebre Chesley Bonestell. Nella produzione di LeoNilde Carabba troviamo un’ingente serie di opere ispirate a soggetti astronomici. Motivi orbitali, dove il movimento circolare e concentrico dei corpi celesti assume un’interpretazione esoterica o veri e propri paesaggi, vedute di altri pianeti che, come in questo caso, più che l’interesse per la fantascienza esprimono una determinata valenza simbolica.

Per LeoNilde Carabba la definizione del paesaggio fantascientifico, della veduta immaginifica di altri pianeti si fonde sempre con la sua estetica ispirata, da una parte, ad un’interpretazione esoterica del soggetto, dall’altra all’influenza esercitata dal suo avvicinamento alle poetiche spazialiste, nell’individuazione di forze ed energie scaturenti dall’opera stessa. E così il paesaggio astronomico acquisisce sempre una forza primordiale derivante dall’influenza che gli elementi della natura esercitano sullo stesso destino dell’umanità (Marte-il fuoco, Nettuno-l’acqua, Giove-la terra). Per questo, dal punto di vista più strettamente formale la visione dei pianeti extraterrestri viene realizzata con un linguaggio espressionista ed astratto per cui, rispetto ad una definizione figurativa, prevale la veemenza del gesto della pittrice e l’energia espressa dalla materia pittorica. Questo tipo di opere si configurano, così, come un vero e proprio scontro di forze elementali, espresse nei contrasti tra le diverse stesure, consistenze della materia e zone cromatiche.

LeoNilde Carabba, nata a Monza nel 1938 ed attualmente residente a Milano, ama definirsi “una pittrice ed una viaggiatrice che ama esplorare territori e varcare confini”. Nel 1961 LeoNilde tiene le sue prime mostre personali. Gli anni seguenti la vedono coinvolta sempre più profondamente nel mondo dell’arte, dove ha il sostegno e l’influenza formativa di artisti come: Lucio Fontana, Hsiao Chin, Roberto Crippa, Enrico Baj, Turcato, Tancredi, Jean Fautrier, Piero Manzoni, Christo e Carla Accardi. Nel 1966 comincia gli esperimenti sulla rifrazione della luce giungendo ad ottenere, mediante l’uso di microsfere di vetro, una superficie ad intensità luminosa variabile secondo l’angolo di visuale del fruitore senza bisogno di mezzi meccanici. Se precedentemente (1964) Lucio Fontana aveva presentato una sua mostra, nel 1969 espone assieme a lui e Bruno Munari a “Il Segno e l’Oggetto” alla Galleria Cadario a Caravate. Nel 1975 è co-fondatrice della Libreria delle Donne di Milano. Nel 1976 fonda con Carla Accardi, Nedda Guidi, Eva Menzio, Suzane Santoro, Silvia Truppi ed altre la Cooperativa Beato Angelico. Attualmente lavora sia in Italia che in Germania


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