Lino Marzulli – Senza titolo
Marzulli Lino
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con […]
- Tecnica: Disegno a tempera
- Dimensione: 70x50
- Codice prodotto: MZAV001
Visualizzazioni 871
DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo.
L’opera è un chiaro esempio di veduta paesaggistica espressionista. La natura viene interpretata in modo estremamente sintetico, con un esercizio di riduzione quasi brutale. La superficie è completamente bidimensionale, senza concedere nulla alla profondità spaziale. Le pennellate delineano le forme in maniera molto tormentata e nervosa. Il colore è usato secondo un’interpretazione emotiva e spirituale, senza alcuna connessione con la realtà. L’opera risulta, dunque, molto significativa della concezione dell’artista Lino Marzulli sulla pittura di paesaggio. Per questo pittore, come già in Mario Schifano, il ductus pittorico è legato alla gestualità dell’Espressionismo Astratto americano.
Lino Marzulli è nato a Sesto San Giovanni nel 1929 ed è scomparso a Milano nel 2007. Nel 1955 frequentò la Scuola d’Arte Faruffini diretta da Giovanni Fumagalli nella quale apprese il mestiere di pittore. Furono anni di intense frequentazioni fra i giovani artisti milanesi, gallerie, musei e corsi teorici d’arte. Nei primi anni Sessanta insegnò tecnica del colore presso l’Istituto Rizzoli di Milano. Sperimentò materiali e tecniche nuove, pur portando avanti sempre il discorso della pittura-dipinta. Nel 1966 trasferì il proprio studio a Milano e assieme ad altri artisti entrò nel vivo della contestazione occupando la Triennale e poi la Biennale di Venezia e fino al 1973 fu sempre all’interno di battaglie culturali.