Luigi Pretin – Senza titolo
Pretin Luigi

- Tecnica: Olio su tela
- Codice prodotto: LDIC004
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo.
L’artista Luigi Pretin, oltre che per i soggetti surrealisti, si distingue anche per una pittura di paesaggio nella quale ricerca vedute caratteristiche, piene di un proprio lirismo. Da qui, dunque, il gusto per lo scorcio pittoresco, per l’inquadratura suggestiva. A livello formale tutto ciò si risolve in un fare pittorico molto mosso e dinamico che garantisce freschezza ed immediatezza esecutiva. La sua pennellata, dunque, si caratterizza per un tocco notevolmente corsivo, fatto di guizzi repentini, efficaci nel registrare le vibrazioni luminose sugli oggetti. Tutta la composizione è pervasa di un pacato realismo ed una freschezza derivante dalla capacità tecnica dell’artista.
Luigi Pretin, Chioggia 1938. Giovanissimo parte per il Marocco, quindi va in Portogallo, poi in Spagna ed infine giunge anche in Francia dove fa la conoscenza di molti artisti, tra i quali De Chirico e Salvador Dalì. Ed è proprio Dalì che ha su di lui un grande potere persuasivo, tant’è che per un certo periodo abbraccia il “Surrealismo” che poi abbandona per elaborare una sua originale pittura in cui il sogno e la realtà si confondono. Durante lo svolgimento della “Quarta Biennale d’Arte Internazionale Contemporanea” di Firenze il critico d’arte Johnny T. Spike definisce la sua pittura “fantastica”. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private e sono state numerose volte pubblicate su cataloghi e periodici d’arte contemporanea.