Mario Logli – Senza titolo
Logli Mario
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con […]
- Tecnica: Litografia su tela
- Dimensione: 90x67
- Tiratura: Esemplare 34/200
- Codice prodotto: LGEL007
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DESCRIZIONE
Il paesaggio è stato da sempre protagonista nella ricerca artistica, sia come ambientazione, come sfondo, ma anche come soggetto esso stesso. La descrizione naturalistica del paesaggio è stata una delle maggiori aspirazioni per gli artisti di ogni epoca. Ogni periodo storico ha dato la propria interpretazione del paesaggio contribuendo all’evoluzione della sua descrizione: dapprima con una ricerca sullo spazio, tramite la prospettiva brunelleschiana nel primo Rinascimento; poi sulla resa atmosferica nel Cinquecento; fino ad arrivare alla rappresentazione di ogni singola vibrazione della luce sugli oggetti nell’Impressionismo. Nel caso di questa grafica si può parlare, come spesso avviene nell’opera di Mario Logli, di paesaggio metafisico, in quanto la presenza plausibile, ma del tutto inattesa, della natura morta sposta questa veduta in una misteriosa dimensione di attesa e sospensione.
L’atmosfera metafisica di questa opera poggia, dal punto di vista formale, sull’uso di un linguaggio iperrealista, che contraddistingue il fare artistico di Mario Logli. L’Iperrealismo mira ad una rappresentazione della realtà totalmente oggettiva: la volontà dell’artista è quella di riprodurre ciò che ha davanti agli occhi senza alcuna interpretazione. In questo senso l’estetica iperrealista costituisce anche un paradosso, spesso ricercato coscientemente dagli artisti. Infatti, anche grazie all’uso di tecniche molto aggressive, ispirate al mondo della pubblicità e all’uso di gamme cromatiche brillanti, si raggiunge una resa del dato naturalistico talmente pura da sembrare illusoria, volutamente finta.
Mario Logli è nato nel 1933 a Urbino, dove ha frequentato l’Istituto di Belle Arti e il Magistero, apprendendo le varie tecniche grafiche e di incisione e specializzandosi poi in litografia. Nel 1955 arriva l’occasione della grande città con la richiesta della Casa Editrice Garzanti che gli affida le illustrazioni di una serie di testi classici. Si stabilisce quindi a Milano ove opera, oltre che come illustratore editoriale, come collaboratore di Ezio Frigerio per il Piccolo Teatro con disegni di costumi ed elaborazioni di scenografie. Dal 1964 è stato responsabile del settore illustrativo della Casa Editrice De Agostini. Vince il “Premio Lombardia” e il premio “Arte Fantastica” di Stoccarda. Dopo essere stato invitato al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, è anche invitato nel 1987 con una importante mostra personale dedicata ai luoghi della poesia Leopardiana, a rappresentare le sue tematiche nelle più prestigiose capitali d’Europa e delle Americhe. Invitato, partecipa poi all’Arte Europea in Giappone, Museo Laforet, Tokyo. Mario Logli è scomparso ad Urbino nel 2020.