Mario Lupo – Via Crucis, la deposizione

Mario Lupo – Via Crucis, la deposizione

Lupo Mario

Mario Lupo nasce nel 1926 a Giulianova in provincia di Teramo. Da giovane si sposta più volte con la famiglia composto da 5 fratelli, prima a Gorizia poi a Pescara e infine c’è il rientro a Giulianova successivamente alla guerra. Decise di arruolarsi nella Finanza di mare, e al contempo inizia a dipingere nel tempo […]

  • Tecnica: Tecnica mista su carta
  • Dimensione: 40x60

  • Codice prodotto: CMEN009

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DESCRIZIONE

Il soggetto qui raffigurato ci racconta un episodio della passione, la deposizione dalla croce. Nel Vangelo di Giovanni si narra che furono Giuseppe di Arimatea e Nicodemo a recuperare il corpo di Cristo dalla croce, per poter concedere alla salma del Redentore una degna sepoltura. Il tema diventa popolare nell’arte bizantina per raggiungere poi anche l’occidente ed essere diffuso già dal X secolo. Soprattutto tra il 1986 e 1988 Mario Lupo si affaccia alla tematica della Passione di Cristo ed esegue vari disegni molti dei quali a tecnica mista su carta-paglia. L’artista racconta”Da un po’ sto disegnando Cristo in croce. E l’idea non so com’è venuta, è scaturita spontanea. Un giorno, mentre ero in solitudine, ho cominciato a disegnare una mano, questa mi sembrava sofferente e da lì è venuta l’idea di prolungare la mano, fare il braccio e quindi è venuto fuori il primo Crocifisso, che mi ha subito dato una forte emozione. Poi ho sentito la necessità di farne un altro, e poi un altro e poi un altro … Ho cominciato a disegnare questi Cristi, su carta povera, carta-paglia che ha dato ancora più significato alla sofferenza, che esprime Cristo sulla croce.” ( tratto da Mario Lupo – “Racconto la vita racconto la pittura”) Sembra opportuno notare la presenza di un gabbiano, simbolo da Lupo utilizzato per esemplificare la solitudine dell’uomo.

Questa parte della produzione di Mario Lupo è molto intensa, espressiva, intrisa di sentimenti profondi che trapelano la sofferenza umana. Mentre in altre sue opere possiamo vedere un sottofondo quasi naïf, qui si fa strada una proclamata drammaticità che si esplica tramite una linea disegnativa nervosa e spezzata. Il disegno è bidimensionale con totale assenza di chiaroscuro, la poca profondità si ricava grazie al posizionamento dei corpi. I colori sono intensi ma nel loro accostamento cupi e angoscianti, applicati con un tratteggio veloce e poco coprente che non crea dei campi cromatici compatti ma piuttosto aumenta il brulichio drammatico della raffigurazione.

Mario Lupo nasce nel 1926 a Giulianova in provincia di Teramo. Da giovane si sposta più volte con la famiglia composto da 5 fratelli, prima a Gorizia poi a Pescara e infine c’è il rientro a Giulianova successivamente alla guerra. Decise di arruolarsi nella Finanza di mare, e al contempo inizia a dipingere nel tempo libero, iniziano con delle copie d’autore da opere dell’800 e successivamente approda alla pittura di fiori e casolari di campagna. Per motivi lavorativi si sposta ad Ancona dove inizia a conoscere vari pittori tra cui uno Fanesi che lo incoraggia a perseguire la propria arte ed è in quel periodo che espone nelle sue prime mostre personali a Roma, Milano, San Benedetto del Tronto e Siena. Forse anche per la passione per la nautica inizia a dipingere su tela olona, grezza usata nella navigazione. Inizia a sviluppare uno stile suo proprio e raffigura principalmente marine, paesaggi di collina, nature more e soggetti religiosi. Nel 1964 dipinge la sua prima “donna in attesa” soggetto che poi sarà una costante nella sua arte. Pochi anni dopo compaiono anche i gabbiani e spesso i due iniziano ad affiancarsi. L’artista muore nel 1992.

Fonte: www.mariolupo.it


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