Mario Schifano – Pseudo campo
Schifano Mario
I fiori o le piante in generale come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale e vegetale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e […]
- Tecnica: Acquaforte, acquatinta
- Dimensione: 65x87
- Anno: 1990
- Certificato: si
- Codice prodotto: IBAE002
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DESCRIZIONE
I fiori o le piante in generale come soggetto autonomo cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale e vegetale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori e le piante vengono rappresentati non solo nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori e delle piante diventa anche un modo di interpretare la realtà.
L’opera è un chiaro esempio di veduta paesaggistica espressionista. La natura viene interpretata in modo estremamente sintetico, con un esercizio di riduzione quasi brutale. La superficie è completamente bidimensionale, senza concedere nulla alla profondità spaziale. I segni delineano le forme in maniera molto tormentata e nervosa. Il colore è usato secondo un’interpretazione emotiva e spirituale, senza alcuna connessione con la realtà. L’opera risulta, dunque, molto significativa della concezione dell’artista sulla pittura di paesaggio. Per Mario Schifano la bidimensionalità della superficie pittorica è paragonabile a quella di uno schermo televisivo, un monitor. Per questo il suo ductus pittorico, legato alla gestualità dell’Espressionismo Astratto americano, può essere interpretato anche come interferenza, un disturbo elettrico di una visione del mondo filtrata attraverso la tecnologia. Inoltre c’è un altro tema rilevante, più legato ad un’estetica Pop. Le immagini prese da Schifano sono sempre banali, stereotipate, da cartolina kitsch. Ma sull’immagine massificata agisce il pittoricismo dell’artista che dà un nuovo significato e una nuova poetica a ciò che è ordinario e mediocre.
Mario Schifano fu un artista romano nato nel 1934 ad Homs in Libia. Fu il principale esponente della Scuola di Piazza del Popolo. Si tratta di un gruppo di pittori che si riuniva al Caffè Rosati ed era accomunato da un linguaggio artistico che si rifaceva alla Pop Art ma secondo una nuova sensibilità che risentiva anche delle sperimentazioni dell’Espressionismo Astratto Americano. E’ spiccatamente Pop l’uso di simboli della società dei consumi, ripetuto in maniera seriale, ma la loro interpretazione pittorica, sporca o materica o con tecniche gestuali come il dripping, ne dà una nuova visione e una diversa riconfigurazione. Mario Schifano è scomparso a Roma nel 1998.