Mattia Moreni – La pianificazione

Mattia Moreni – La pianificazione

Moreni Mattia

  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensione: 70x80
  • Anno: 1994

  • Certificato: si
  • Codice prodotto: SCAP002

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DESCRIZIONE

Durante gli anni ’50 e ’60 del XX secolo si cominciarono a diffondere, nell’arte europea ed americana, le cosiddette poetiche dell’oggetto. Ricollegandosi al ready-made di dadaista memoria ci fu una nuova ondata di gruppi o movimenti che riproposero oggetti di uso quotidiano o materiale di scarto come opere d’arte. La distanza dal Dada tradizionale consistette nella grande influenza esercitata dall’Espressionismo Astratto che portò a riconfigurare gli oggetti con nuovi linguaggi e nuovi stimoli. L’opera fa parte di una serie di pastelli su carta in cui Mattia Moreni fa un’originale riflessione sull’oggetto tecnologico, tra neodadaismo, pop ed espressionismo astratto.

In un’opera come questa l’artista Mattia Moreni tende a superare il confine tra realtà e rappresentazione. Quella di Moreni è una riflessione sull’oggetto tecnologico, per cui lo stesso progetto diviene opera d’arte. Una sorta di ready-made, dunque, ma creato ad arte, è proprio il caso di dirlo, da Moreni. Per cui l’importanza del gesto dell’artista assume un ruolo di primo piano nella ricontestualizzazione pittorica, come negli oggetti creati da Robert Rauschenberg o da Jesper Johns. A differenza di questi ultimi, tuttavia, la gestualità espressionista astratta di Mattia Moreni viene alternata ad una sempre presente vena pop che rende queste opere originalissime nella loro vivacità.

Mattia Moreni (Pavia, 1920 – Brisighella, 1999). Dopo gli esordi di matrice fauve-espressionista prettamente di tipo figurativo, si avvicina a soluzioni post-cubiste rielaborando Picasso e Léger, per poi proporre forme astratto-concrete in concomitanza con la sua adesione al Gruppo degli Otto. Moreni in seguito si accosta all’Informale e al Neoespressionismo. Dal 1948 al 1960 partecipa senza soluzione di continuità alle Biennali di Venezia, nel 1956 con una sala personale; nel 1954 è stato Premiato da Francesco Arcangeli con il Premio Spoleto. Grazie all’appoggio di Michel Tapié, nel 1956 si trasferisce a Parigi, dove approfondisce le proprie ricerche per un decennio. Nel 1947 e 1949 si organizzano due mostre personali alla Galleria del Milione a Milano e le prime antologiche arrivano nel 1963, al Museum Morsbroich di Leverkusen e al Museo Civico di Bologna, e nel 1964, al Kunstverein di Amburgo. Dopo l’esperienza informale torna ad inserire nelle sue opere riferimenti oggettuali, al 1964 appartiene il ciclo delle Angurie. Negli ultimi decenni l’opera di Moreni si è svolta in gran parte in Romagna: in particolare a Santa Sofia, dove esegue cinque grandi autoritratti e la monumentale opera scultorea La mistura (1976-1984) e dove partecipa a più edizioni della rassegna d’arte contemporanea Premio Campigna. Le sue opere arricchiscono oggi le collezioni di musei italiani e internazionali, tra cui: la GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Mart – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo del Novecento di Milano, il Museo de Arte a Sao Paulo del Brasile e la Nationalgalerie Staatliche Museum di Berlino.


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