Nazareno Cugurra – Cespuglio di Ortensie nell’aiuola
Cugurra Nazareno

I fiori come soggetto a sè cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori cominciano a […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 60x45
- Certificato: Sì
- Codice prodotto: lvan002
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DESCRIZIONE
I fiori come soggetto a sè cominciano a comparire all’interno delle “nature morte”, genere che vede la luce agli inizi del XVII secolo. In seguito l’attenzione dei pittori per il mondo floreale, soprattutto con gli impressionisti, si fa sempre maggiore, in quanto occasione straordinaria per catturare vibrazioni cromatiche e luminose. Così i fiori cominciano a comparire non solo nei vasi, ma anche immersi nel loro paesaggio naturale. Se all’inizio della sua storia era un pretesto per i pittori per cimentarsi in una riproduzione fotografica della realtà, con l’arte contemporanea il soggetto dei fiori diventa anche un modo di interpretare la realtà.
Come possiamo vedere da questo dipinto il linguaggio artistico di Nazzareno Cugurra è decisamente minimalista. Per lui riprodurre la realtà significa fare un lavoro di riduzione andando a ricercare la vera essenza degli oggetti. Questa sua indagine viene fatta essenzialmente tramite il gesto pittorico, che con una pennellata densa dà forma alle cose con pochi tratti. A completare il quadro è la tavolozza esplicitamente chiarista di Cugurra che aumenta ulteriormente questo senso di intimità.
Nazzareno Cugurra è nato a Verona nel 1924, ma la sua carriera si è svolta prevalentemente a Napoli, dove si formò all’Accademia di Belle Arti. Nel 1951 partecipa alla Quadriennale di Roma e nel 1956 alla Biennale di Venezia. Si trasferisce a Roma alla fine degli anni ’50. Nel 1954 vince il Premio Città di Pizzo e nel 1956 espone a Brescia presso la galleria “La Loggia” con Maccari e Vangelli.