Eugenio Pardini – Senza titolo
Pardini Eugenio

L’estetica surrealista nasce intorno agli anni ’20 del XX secolo riguardando tutti i campi della ricerca artistica. Per quanto concerne un discorso legato piu propriamente alle arti visive, il surrealismo si pone come volontà di indagare il subconscio umano e riversarlo sull’opera d’arte attraverso un procedimento di scrittura meccanica basato sull’analisi dei sogni. Di conseguenza […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 80x60
- Codice prodotto: FBAR002
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DESCRIZIONE
L’estetica surrealista nasce intorno agli anni ’20 del XX secolo riguardando tutti i campi della ricerca artistica. Per quanto concerne un discorso legato piu propriamente alle arti visive, il surrealismo si pone come volontà di indagare il subconscio umano e riversarlo sull’opera d’arte attraverso un procedimento di scrittura meccanica basato sull’analisi dei sogni. Di conseguenza le opere d’arte surrealiste propongono la rappresentazione di una dimensione onirica, completamente dissociata dalla realtà. Tuttavia, spesso, tale rappresentazione si appoggia ad una resa formale di carattere iperrealistico, proprio per accentuare, paradossalmente, il carattere illusorio e ambiguo della dimensione surreale. In questa opera l’artista Eugenio Pardini sembra guardare proprio a questo tipo di estetica e a Salvador Dalì per il carattere visionario della composizione e per l’aspetto illusorio della forma. Questo particolare dipinto Eugenio Pardini può essere interpretato come un presagio: esso è l’immagine della Natura che si rivolta al comportamento autodistruttivo dell’essere umano verso la madre terra.
A differenza di gran parte delle sue opere, che mostrano una veste estremamente piu sintetica, se non astratta, in questo dipinto Eugenio Pardini adotta un linguaggio decisamente iperrealista. L’ambiente costruito è compiutamente tridimensionale, anche se, in linea con il carattere surreale dell’opera, lo spazio risulta sicuramente ambiguo, non univoco, ma strutturato su diverse linee direzionali. Gli stessi oggetti vi si inseriscono in modo ambiguamente incoerente, secondo posizioni inconciliabili con le regole della fisica. La loro forma risulta estremamente definita, in un’esaltazione iperrealista del disegno e, conseguentemente, dei valori plastici. È chiaro il riferimento a Salvador Dalì, nell’assunzione di questa veste formale e anche nella scelta di elementi stranianti ed inconciliabili tra di loro. Sembrano vere e proprie citazioni dal pittore catalano il richiamo ad elementi classici e la presenza di figure umanoidi costituite da materia organica.
Eugenio Pardini è stato un pittore viareggino, nato nel 1921 e scomparso nel 2003. Nel 1933 espone un dipinto alla Mostra Nazionale del Sindacato Fascista di Belle Arti di Firenze e nel 1943 partecipa alla IV Quadriennale di Roma (dove sarà presente anche nel 1956, nel 1960 e nel 1966). Nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove sarà presente ancora nel 1954 e nel 1956.