Piero Leddi – Senza titolo
Leddi Piero
Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono […]
- Tecnica: Tecnica mista su tela
- Dimensione: 30x40
- Codice prodotto: LGEL006
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DESCRIZIONE
Nella storia dell’arte spesso si può fare una netta distinzione tra correnti stilistiche figurative o astratte. Quando, però, l’obiettivo di un’artista è quello di rappresentare un oggetto che abbia riscontro con la realtà fenomenica ma, allo stesso tempo, sia carico di significati reconditi e simbolici, questo confine può diventare labile. Il Simbolismo o l’Espressionismo sono correnti stilistiche emblematiche nell’aver interpretato la realtà in senso concettuale con una resa iconica delle immagini e un’interpretazione simbolica nell’uso del colore. Così come sempre altamente simbolici sono i messaggi delle opere di Piero Leddi, di portata cosmica, nella fascinazione di questo artista per i linguaggi arcaici.
Nell’esecuzione delle sue opere l’artista Piero Leddi cerca sempre una sorta di equilibrio tra resa volumetrica ed espressionismo. In particolare a Leddi interessa l’esaltazione formale del soggetto, che nel presente dipinto si esprime possiamo in un marcato plasticismo. Ma allo stesso tempo Leddi dà alla rappresentazione una veste fortemente lirica ed espressiva. In questa opera, sfruttando le proprietà del colore, realizza una stesura del colore vibrante. La massa volumetrica del soggetto viene individuata dai riflessi bianchi, ma il gruppo, al suo interno, è connotato da un intenso dinamismo cromatico di toni blu.
Piero Leddi (San Sebastiano Curone 1930-2016) ha appreso dal padre falegname e da altri parenti artigiani le tecniche di lavorazione dei materiali, mentre il rapporto con la terra e l’agricoltura sono legati alla famiglia materna. Dopo il trasferimento a Tortona è avvenuto il suo accostamento alla pittura, influenzato da Mario Patri. A Milano dal 1951, si è dedicato dapprima all’attività di grafico pubblicitario, sperimentando i propri mezzi espressivi ed entrando in contatto con l’ambiente di Brera. Sin dagli anni Cinquanta il suo lavoro è stato oggetto dell’interesse di critici come Mario De Micheli e Raffaele De Grada, che hanno presentato alcune tra le sue prime personali rispettivamente nel 1959 e nel 1964, seguendo poi con attenzione la sua produzione. Numerose le personali e assai numerose le collettive che hanno registrato la sua partecipazione, tra cui la Biennale nazionale d’arte Città di Milano (nel 1972, 1974, 1984, 1987, 1989, 1993).