Pietro Cavallero – Senza titolo
Cavallero Pietro

Soggetto che si distingue rispetto ai temi che ritrae solitamente il pittore Pietro Cavallero, la rappresentazione dei nativi Americani nella storia dell’arte è da sempre controverso e dibattuto, questo ovviamente perché l’immagine venne alterata da stereotipi, che ancora oggi aleggiano nella nostra cultura. Le rappresentazioni più comuni furono quella dei “nobili selvaggi”, quindi di uomini […]
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensione: 40x50
- Anno: 1978
- Codice prodotto: LTOM012
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DESCRIZIONE
Soggetto che si distingue rispetto ai temi che ritrae solitamente il pittore Pietro Cavallero, la rappresentazione dei nativi Americani nella storia dell’arte è da sempre controverso e dibattuto, questo ovviamente perché l’immagine venne alterata da stereotipi, che ancora oggi aleggiano nella nostra cultura. Le rappresentazioni più comuni furono quella dei “nobili selvaggi”, quindi di uomini che sebbene primitivi vantassero un rapporto con la natura nobile e pure, oppure dei guerrafondai, guerrieri feroci in cerca di ricchezza. Il pittore Pietro Cavallero ha desiderato in questo caso rappresentare quello che sembra essere un capo tribù dal grande copricapo piumato.
Lo stile realistico che troviamo nella pittura di Cavallaro si scontra con un soggetto molto distante dal suo vissuto e dalla sua pittura. La pennellata, anche in questo caso ha una resa veloce dona naturalezza al dipinto. La figura si staglia su uno sfondo verde, con una superficie spumosa e arieggiata. La figura, dai contorni ben delineati, trova una dimensione di equilibro all’interno della tela, raccogliendo anche una discreta tonalità di lucentezza. I colori sono armoniosi e ben regolati sulla figura. La palette che il pittore sceglie per la rappresentazione, sui toni caldi del verde foresta, i beige e il bianco, si amalgama bene con la figura del nativo, senza dubbio questa scelta stilistica vuole mettere in risalto l’ambiente naturale dove questo si colloca.
Pietro Cavallero fu un personaggio controverso. Invischiato alla fine degli anni 60’ in una serie di crimini, quali rapine e sequestri. L’arte, quando fu arrestato e condannato all’ergastolo presso il carcere di Porto Azzurro, divenne il mezzo di riscatto. La sua produzione pittorica, con tendenze naif, riscontra anche un gusto pittoresco. Nella sua interpretazione formale notiamo una evidente influenza impressionistica nella sua pennellata.