Remo Brindisi – Senza titolo

Remo Brindisi – Senza titolo

Brindisi Remo

Questa acquaforte di Remo Brindisi può essere ricondotta ad un’estetica surrealista. Per quanto riguarda un discorso legato più propriamente alle arti visive, il surrealismo si pone come volontà di indagare il subconscio umano e riversarlo sull’opera d’arte attraverso un procedimento di scrittura meccanica basato sull’analisi dei sogni. Di conseguenza le opere d’arte surrealiste propongono la […]

  • Tecnica: Acquaforte
  • Dimensione: 21x27

  • Codice prodotto: DCRE001

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DESCRIZIONE

Questa acquaforte di Remo Brindisi può essere ricondotta ad un’estetica surrealista. Per quanto riguarda un discorso legato più propriamente alle arti visive, il surrealismo si pone come volontà di indagare il subconscio umano e riversarlo sull’opera d’arte attraverso un procedimento di scrittura meccanica basato sull’analisi dei sogni. Di conseguenza le opere d’arte surrealiste propongono la rappresentazione di una dimensione onirica, completamente dissociata dalla realtà. Una certa parte della produzione grafica di Remo Brindisi può essere associata alle istanze surrealiste, nella creazione di una dimensione altra, ispirata sì alla società ed al mondo borghese, ma abitata da elementi stranianti in un sovvertimento di ogni regola spazio-temporale. A differenza del Surrealismo storico, rappresentato da pittori come Dalì e Magritte, Remo Brindisi non fa ricorso ad un linguaggio iper-oggettivo ma si affida alla sua consueta linea di deformazione espressionista.

Questa acquaforte risulta molto interessante per apprezzare come l’artista Remo Brindisi, il quale di solitamente usa un linguaggio molto più astratto e sintetico, sappia trasferire la propria visione complessa anche in una veste formale figurativa. La base della rappresentazione è una raffigurazione concreta, immediatamente rapportabile con il soggetto di una scena di genere, dal carattere borghese ed ironico. Ma l’artista, allo stesso tempo, sente il bisogno di andare oltre la mera realtà, anche se fantasiosa e grottesca, e deve integrarla con la propria soggettività. Per questo le figure subiscono delle deformazioni antinaturalistiche che però hanno un ruolo fondamentale in chiave espressiva. In questo caso l’espressionismo viene raggiunto tramite delle forme allungate che superano qualsiasi legge naturale e vanno interpretata totalmente in una chiave estetica, mentre i movimenti dei personaggi hanno un che di parossistico. Dal punto di vista formale qui Brindisi usa un’elegantissima linea grafica che esalta la tecnica incisoria.

Remo Brindisi è nato a Roma nel 1918 ed è scomparso a Lido di Spina nel 1996. La sua prima mostra personale è stata allestita a Firenze nel 1940. Da quel momento ha sempre riscosso grande notorietà. Famosi i suoi cicli pittorici le “Venezie”, gli “Oppositori”, i “Pastorelli, le “Maternità” . Ha dipinto anche un ciclo sulla storia del Fascismo. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre in Italia e all’estero (Parigi, Nizza, Milano, Venezia, Roma al Cairo, a San Paolo del Brasile). Tra gli anni ’40 e ’50 ha partecipato a diverse edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia.


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