Renato Natali – Cacciatori di rane
Natali Renato
Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche […]
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensione: 50x35
- Codice prodotto: DNES001
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DESCRIZIONE
Il dipinto può essere definito una scena di genere, ovvero la rappresentazione di un episodio di vita quotidiana che, apparentemente, non ha alcun elemento significativo. Questo tipo di soggetti domestici furono a lungo considerati come minori e cominciarono a diffondersi, nell’arte occidentale, solo a partire dal XVII secolo. Solo con lo sviluppo delle correnti realistiche ottocentesche i soggetti della vita di tutti i giorni furono considerati della stessa importanza di quelli storici o religiosi. In particolare furono gli impressionisti a prediligere soggetti legati alla vita moderna in ambientazioni urbane e borghesi.
Lo stile di Renato Natali, artista tra i membri fondatori del Gruppo Labronico, parte nel solco della tradizione post-macchiaiola. Tuttavia il soggiorno parigino significò per lui una svolta significativa nell’elaborazione del suo stile. Le pennellate si fanno più sintetiche a delineare soggetti caratterizzati da una concisa essenzialità. I tratti individuali vengono ridotti a favore della forza espressiva della scena. Anche l’ambientazione spaziale è sintetica e la profondità è accennata solo dalla sovrapposizione delle zone cromatiche. I colori hanno delle tonalità accese, tipiche della tavolozza di Renato Natali.
Renato Natali, Livorno 1883 – 1979, fu tra i fondatori del Gruppo Labronico insieme a Gino Romiti, Gastone Razzaguta e Giovanni Zannacchini. Fondamentali per la sua formazione furono le esperienze a Venezia, ma soprattutto a Parigi, dove frequentò anche Modigliani e conobbe le avanguardie europee. Al suo ritorno elaborò uno stile basato sulla tradizione post-macchiaiola ma dotato di un sintetismo espressionistico e dall’uso di una gamma di colori vivace.